Firmato dalla ministra del Lavoro Marina Calderone e in vigore il decreto interministeriale Lavoro/Mef di adozione del Piano nuove competenze-Transizione (PNC-Transizione). Il Piano, spiega la premessa al documento, ha l’obiettivo di introdurre meccanismi stabili di contenimento e contrasto del fenomeno del disallineamento tra domanda e offerta nel mercato del lavoro, ossia della mancata corrispondenza tra le professionalità e le competenze richieste dalle imprese e quelle effettivamente possedute dalle persone in cerca di occupazione o già occupate (cosiddetto skills mismatch), anche e con particolare attenzione ai settori chiave della crescita intelligente e sostenibile, tra i quali quello green.
Il Piano, secondo quanto richiesto dalla Commissione europea nell’ambito del RepowerEU, si fonda sui seguenti principi generali:
– maggiore coinvolgimento del settore privato nella programmazione e attuazione dell’offerta formativa, anche in riferimento – preferenziale, ma non esclusivo – da una parte alla promozione dei Patti per le competenze e di reti strutturali di co-progettazione, erogazione e monitoraggio, dall’altra a percorsi di specializzazione tecnologica post diploma fondati sulla effettiva connessione tra le politiche d’istruzione, formazione e lavoro e le politiche industriali (ITS Academy);
– sostanziale promozione dei sistemi e dei processi di formazione continua, con particolare riferimento alla valorizzazione dei processi di formazione sul lavoro, anche attraverso l’evoluzione dei sistemi di individuazione e validazione delle competenze, con lo scopo di garantire la reale efficacia e spendibilità dei percorsi formativi dei lavoratori, nonché la misurabilità dell’efficacia dell’intervento di incremento delle competenze della popolazione adulta;
– implementazione di sistemi di analisi ex ante del mercato del lavoro, coerentemente alla dimensione centrale conferita al complessivo impianto di riforma del mercato, delle politiche e dei servizi al lavoro all’accrescimento delle capacità analitiche del mercato del lavoro;
– monitoraggio degli effetti occupazionali della formazione finanziata, con particolare riferimento alla formazione continua gestita dai Fondi paritetici interprofessionali, che ne rappresenta il segmento di maggiore rilevanza, sia dal punto di vista del volume di attività sia in termini di dimensione finanziaria.