“Il Paese non può rinascere e neanche avviare un nuovo modello di sviluppo senza il mezzogiorno” è questo fil rouge che ha accompagnato tutta la manifestazione FORUM PA Sud 2020 (uno dei tre eventi che compongono “FORUM PA Restart Italia”).
Tanto è stato fatto per il sud, ma gli indicatori del divario tra le zone del Paese non sono migliorate e allora si guarda alle risorse di cui beneficerà l’Italia per uscire dal tunnel delle disuguaglianze territoriali.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del provvedimento di Next Generation EU, un provvedimento ambizioso per l’Italia, si parla di 209 miliardi, con una dotazione importante riservata al sud, circa il 34%, rappresenta un’occasione irripetibile che va colta facendo tesoro delle opportunità perse.
Dalle scelte sui finanziamenti il modello di sviluppo per il Mezzogiorno
Non si torna indietro, il sistema dei finanziamenti sembra offrire l’opportunità di costruire un modello di sviluppo basato su Green New Deal, sulla transizione al digitale, sulla specializzazione intelligente dei territori, sull’impegno della pubblica amministrazione nel promuovere nuova mentalità e nuove competenze.
La politica di coesione, i finanziamenti nazionali e i fondi di investimento possono avere un ruolo centrale nel coniugare le esigenze presenti al sud, ma la PA è la chiave per usarli al meglio: questa le considerazioni della Commissaria europea per la Coesione e le Riforme, Elisa Ferreira, intervenuta nell’incontro di scenario “Quale ruolo del Sud nel Restart Italia?”
“Nessuna squadra può vincere se metà dei giocatori resta negli spogliatoi”. Con questa metafora la Commissaria Ferreira ha spiegato perché il Sud non può non contribuire al rilancio del Paese, partendo dall’analisi di alcuni punti deboli dell’economia: l’export delle regioni meridionali nel sud è appena il 13% del PIL, rispetto al 32% del resto dell’Italia, ed è una percentuale molto bassa per le potenzialità di sviluppo del Sud. Un’altra questione che desta preoccupazione è rappresentata dai livelli di disoccupazione giovanile, il valore registrato è del 48% ed è uno spreco sconcertante di giovani talenti, del loro dinamismo e delle loro idee, soprattutto ora che in Europa la transizione verso l’economia digitale è avviata.
La Commissaria europea Elisa Ferreira ha poi manifestato il suo apprezzamento per il Piano Sud 2030 che presenta tutte le caratteristiche di cui abbiamo bisogno: un piano a lungo termine incentrato su competitività, doppia transizione (digitale e ambientale) e coinvolgimento dei giovani.
Il confrontato sul tema e sull’impegno di Governo nell’attuazione delle politiche di sviluppo e coesione è proseguito attraverso un ricco panel di relatori.
Gli attrattori culturali del PON tra reale e virtuale
Il secondo appuntamento è stato quello relativo al PON Cultura e Sviluppo, grande volano per i mezzogiorno e in particolare per la digitalizzazione del patrimonio artistico, e quindi in linea con i due assi portanti della ripresa: transizione verde e transizione digitale.
Sono state tante le iniziative promosse dal Mibact che hanno consentito di non perdere il contatto con il patrimonio culturale italiano, dall’iniziativa “La cultura non si ferma. Io resto a casa”, il gran virtual tour dei musei e monumenti italiani, ai viaggi virtuali alla scoperta della grande bellezza.
Attraverso il PON Cultura e Sviluppo, il Mibact ha inoltre avviato un piano di digitalizzazione del patrimonio culturale nelle regioni del Mezzogiorno, finalizzato alla valorizzazione dei beni e dei luoghi della cultura che si è tradotto in un investimento complessivo di 44 milioni di euro; risorse, queste, destinate alla realizzazione di 32 nuovi interventi innovativi in grado di migliorare la fruizione degli attrattori culturali mediante l’utilizzo di tecnologie avanzate e la creazione di servizi e sistemi innovativi.
Tutti gli interventi non sono riconducibili all’attuale situazione emergenziale, perché investire su nuove forme di fruizione del patrimonio culturale rappresenta uno dei pilastri del PON Cultura e Sviluppo 2014-2020 a cui è stata destinata la linea di azione 6c.1.b – “Interventi volti a dotare le medesime strutture di servizi innovativi e di qualità attraverso la realizzazione di piattaforme conoscitive ed informative, sistemi informativi integrati, aree di socializzazione e condivisione web oriented”.
Attraverso questo evento, organizzato dall’AdG del PON Cultura e Sviluppo 2014-2020, è stato possibile dare voce ai protagonisti degli interventi e far raccontare loro obiettivi, finalità e opportunità di crescita per il territorio.
Partenariato e sviluppo. Il metodo cooperativo per l’efficacia della politica di coesione
Il terzo incontro è stato dedicato all’evento annuale di informazione e comunicazione del PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020.
Il principio della cooperazione è fondamentale per l’attuazione della politica di coesione, il che significa che l’amministrazione non è più sola a fare le politiche ma le fa assieme alle varie componenti della società – impresa, mercato, cittadinanza organizzata, associazioni e enti locali nei vari livelli di governo.
Uno dei punti fondamentali del Piano Sud 2030 è proprio il metodo collaborativo; e allora che cosa vuol dire in questo momento scegliere di lavorare insieme per il “rafforzamento amministrativo”, che è uno dei due nodi fondamentali per il successo delle politiche di coesione?
Massimo Sabatini, Direttore Generale dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, ha evidenziato nella sua introduzione l’eccezionalità del momento per le politiche di sviluppo, soprattutto per gli interventi nelle regioni del mezzogiorno, grazie alla mobilizzazione di risorse finanziarie: le politiche pubbliche, sia quelle ordinarie che aggiuntive, hanno la possibilità più del passato di guidare e non inseguire il processo di sviluppo, possono in qualche modo promuovere nuovi standard di sostenibilità, di innovazione, di valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale e quindi favorire il restart.
Sabatini ha poi evidenziato i quattro pilastri verso cui tendere, che nel Piano Sud trovano una definizione chiara:
- il tessuto imprenditoriale robusto e innovativo;
- il lavoro stabile di qualità;
- le istituzioni forti e rigenerate;
- una società civile pienamente attiva.
Questi quattro elementi rimandano al ruolo degli attori che compongono il partenariato, e sono proprio gli esponenti del lavoro, dell’impresa, della società civile e delle istituzioni che hanno perseguito i momenti successivi del dibattito: sindacato CGIL, confindustria Puglia, Regione Siciliana, Fondazione Con Il Sud dell’associazionismo.
La crisi come transizione, come la Pandemia sta cambiando le nostre le città
Tra i talk della manifestazione FORUM PA Sud anche l’evento annuale di informazione e comunicazione del PON Metro, il programma operativo che pone le 14 città metropolitane protagoniste dell’attuazione delle politiche di coesione sui territori.
L’evento si è aperto con 4 videoclip per ogni ambito principale del PON Città Metropolitane 2014-2020 – agenda digitale, mobilità urbana, innovazione e inclusione sociale, efficientamento energetico – con informazioni sui temi, progetti, soluzioni e risultati ben illustrati dall’Autorità di Gestione del PON Metro, Giorgio Martini.
Il dibattito si è arricchito dei contributi e delle esperienze delle città che hanno accolto il Programma e quindi sperimentato nuove tipologie di azioni urbane integrate, nuovi modelli organizzativi per la politica urbana. L’obiettivo di mettere assieme le realtà urbane, per promuovere lo scambio di esperienze, ha rilevanza soprattutto ora che il nostro paese ha dovuto affrontare delle minacce e sperimentato nuove opportunità guardando al futuro, verso la nuova programmazione 2021-2027.
In video collegamento, anche le città europee che hanno partecipato alla rete di urbact del progetto Community Lab: Aia, Olanda; Lisbona, Portogallo; Lille, Francia.
Dalla programmazione all’attuazione sui territori: il ruolo di enti locali, regioni, imprese
Lo scenario di chiusura di FORUM PA Sud ha permesso di tirare le fila di quanto è stato detto nei 5 giorni della manifestazione.
Dopo aver aperto con lo scenario e proseguito con i tre filoni verticali agli eventi annuali dei programmi operativi nazionali, tante le voci e le parole chiavi che hanno ricomposto il quadro dell’attuazione sui territori.
È stato ricordato l’intervento di avvio della Commissaria Elisa Ferreira che, oltre ad aver apprezzato l’impegno dell’Italia nel porre la priorità del mezzogiorno nel Piano Sud e nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha indicato alcune traiettorie da perseguire, tra le quali la rifondazione della pubblica amministrazione.
Maria Ludovica Agrò, Curatrice Scientifica di FORUM PA Sud, ha evidenziato quanto detto dal Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia, “gli enti locali sono antenne e sono sentinelle al tempo stesso dell’attuazione sui territori” e dalla Sottosegretaria al Ministero per i beni e le attività culturali, Anna Laura Orrico, “la digitalizzazione è in grado di connettere in una relazione funzionale e non solo virtuale gli attrattori del sud”; e ha poi ricordato alcuni concetti chiave ricorrenti nel corso della manifestazione: “evitare di riproporre il dualismo nord-sud per ricomporre le filiere produttive e soprattutto per rivolgersi al mercato interno”, “superare la frammentazione istituzionale”, “costruire una visione complessiva dello sviluppo”, “attrarre i cittadini, attrarre i talenti e non solo le imprese al sud”.
Senza l’attuazione né le risorse, né i progetti arriveranno a calarsi nella realtà, ed è per questo che il confronto tra i relatori si è poi spostato sulla riflessione del ruolo degli enti locali, delle imprese e delle regioni perché l’attuazione possa accadere. In chiusura anche l’intervento della Ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova.