“Si faccia una legge che valorizzi e faccia crescere l’economia sociale, che non è solo la cooperazione, di questo Paese: può essere la chiave di volta per ridurre le disuguaglianze e far recuperare potere d’acquisto e dignità ai cittadini italiani“.
Lo ha dichiarato il 25 giugno, durante la trasmissione di La7 “Coffe Break”, Simone Gamberini, presidente di Legacoop, associazione presentata dal conduttore Andrea Pancani come “un gigante” con le sue 10 mila cooperative associate che valgono il 4% del Pil italiano.
Il presidente, chiamato in causa sul possibile prossimo scenario europeo, ha dichiarato: “Ci saremmo aspettati, durante la campagna elettorale delle europee, qualche riflessione in più sull’Europa. Da tempo abbiamo messo al centro – ha proseguito – la necessità di strutturare politiche industriali europee che non possono più essere lasciate alle singole politiche dei singoli Stati”, così come la necessità di creare un debito comune per sostenere politiche comuni. “Questa discussione – ha spiegato – non ci pare che sia entrata nella campagna elettorale, neanche nelle discussioni rispetto alle ultime leggi approvate che tendono a dividere ancora di più le competenze nell’organizzazione dello Stato. Le imprese però hanno bisogno oggi di questo segnale”. Gamberini ha poi spiegato che l’Italia ha un problema di competitività “che si riesce ad affrontare solo se ci si mette nelle condizioni di fare investimenti orientati verso la transizione green e la transizione digitale, ma dobbiamo essere consapevoli che il nostro sistema economico è un po’indietro quindi ha bisogno di essere supportato“.
Il presidente di Legacoop si è poi espresso su Pnrr: “Il Piano, per come era stato strutturato, è molto concentrato sulla parte infrastrutturale, che si è sostanzialmente sbloccata negli ultimi due anni, e sta muovendo i passi in modo molto veloce. Manca, però – ha ribadito – la parte di Pnrr utilizzata in altri Paesi per sostenere l’industria 5.0 e il sostegno al processo di transizione energetica“, sottolineando, inoltre, il problema del calo del potere d’acquisto dei cittadini: “Basta guardare i dati sui consumi degli ultimi mesi: sono stabili tendenti all’inattivo“.
Gamberini ha poi detto la sua sui salari bassi: “Noi in questi primi sei mesi abbiamo rinnovato quasi cinque contratti, recuperando buona parte del potere d’acquisto che si era perso in questi anni: si tratta di un intervento importante – ha spiegato – consapevoli della necessità di recuperare potere d’acquisto ai nostri soci e ai nostri lavoratori, anche se non c’erano sempre le condizioni di sostenibilità economica per farlo”.
“Occorre che sia fatta una riflessione vera sulla politica salariale nel nostro paese – ha poi avvertito- che metta insieme gli effetti del cuneo fiscale con gli aumenti contrattuali che potrebbero essere detassati per contribuire a recuperare potere d’acquisto. Si tratta di politiche – ha concluso Gamberini sul tema – che andrebbero coordinate e condivise con le parti sociali con l’obiettivo di restituire potere d’acquisto agli italiani“.