Garanzia Giovani, il bilancio della prima fase: più della metà ha trovato lavoro in un anno

Lʼultimo rapporto Anpal traccia un bilancio del programma Garanzia Giovani dallʼavvio nel 2014 al 30 aprile 2020: quali opportunità ha dato ai giovani in questi 6 anni?

Pubblicato su www.tgcom24.mediaset.it il 30 settembre 2020

Un bilancio del programma ‘Garanzia Giovani’ a sei anni dal via. E’ quello che emerge dai dati dell’ultimo rapporto Anpal. Tra i più interessanti, quelli che riguardano la partecipazione: dall’avvio del progetto al 30 aprile 2020, sono stati circa 1,6 milioni i giovani registrati sulla piattaforma dedicata e circa 1 milione 250 mila sono stati quelli effettivamente presi in carico dai Centri per l’impiego e dalle Agenzie per il lavoro.

Di questi, circa il 60% (oltre 712 mila) sono stati poi avviati a una misura di politica attiva, cioè a un percorso di lavoro o studio. La mancata presa in carico, dovuta nella maggior parte dei casi all’annullamento dell’adesione a causa di ripensamento, di mancanza di requisiti, di rifiuto della presa in carico oppure per la mancata presentazione al colloquio, ha interessato invece circa 300 mila giovani.

Garanzia Giovani, i numeri principali

Le misure di Garanzia Giovani complessivamente erogate in questi sei anni – come riporta il sito Skuola.net – sono state oltre 1,5 milioni, di cui oltre 610 mila servizi al lavoro e più di 897 mila misure di politica attiva. Tra queste, si registrano 507.707 tirocini svolti presso le imprese, 207.480 incentivi erogati alle imprese per l’assunzione dei NEET e 136.242 corsi di formazione.

 

Quanti trovano lavoro e di che tipo?

Ma cosa è successo a livello occupazionale ai giovani che hanno partecipato al programma? Il 53,4% di loro ha trovato un impiego entro 12 mesi dalla presa in carico, percentuale che sale al 57% per coloro che hanno avviato una politica attiva (tra cui, come visto, tirocini, incentivi per l’assunzione o corsi di formazione). Il tasso di occupazione di coloro che hanno concluso una misura è pari al 55%, con sensibili differenze di genere: è infatti più elevato per gli uomini (56,9%) rispetto alle donne (52,9%). Lo stesso parametro, a un mese dalla conclusione del programma è pari al 49,4%, ma sale al 58,4% a dodici mesi. L’82% degli occupati, infine, ha un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre il 15% un rapporto a tempo determinato. Tassi di occupazione più elevati si osservano nel caso dei giovani che hanno beneficiato dell’accompagnamento al lavoro (70,9%) o di un incentivo occupazionale (69,9%).

Gli effetti del Covid-19 sull’inserimento degli Under 30

Stando però ai dati, dopo la forte richiesta dei primi anni, la partecipazione al programma si è normalizzata fino a ridursi negli ultimi periodi (da oltre un paio d’anni i numeri si sono più che dimezzati rispetto all’inizio). Inoltre, nel primo quadrimestre 2020, l’aumento degli iscritti al programma è stato di solo 40 mila unità. In parte, su questo può aver avuto un impatto l’emergenza Covid-19: nel mese di marzo la diminuzione di registrazioni è stata di circa il 66% rispetto al valore atteso e del 75% nel mese di aprile. Nella presa in carico forse gli effetti più evidenti: nei mesi di marzo e aprile c’è stata una perdita rispettivamente del 73% e del 94%, rispetto a una situazione di normalità. Tuttavia, nonostante le conseguenze negative del periodo di lockdown nei mesi di marzo e aprile sull’occupazione dei giovani, per i partecipanti al programma l’impatto è stato ridotto grazie ai provvedimenti sui licenziamenti contenuti nel decreto Cura Italia. Questo perché gli occupati in Garanzia Giovani hanno soprattutto rapporti di lavoro a tempo indeterminato o di apprendistato, diversamente da quanto si osserva in generale per i giovani under 30 dove è invece alta la quota di lavori a termine.

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