Giornata delle donne rurali, Maretti (Legacoop Agroalimentare): con le applicazioni tecnologiche possibilità di lavoro in aumento

ROMA, 15 ottobre 2024 – «Quello femminile è un mondo che da sempre appartiene alla cooperazione tanto da farne un caratteristica peculiare». Lo afferma Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, in occasione della Giornata internazionale delle donne rurali del 15 ottobre. 

«Con l’incremento delle applicazioni tecnologiche sono aumentate le possibilità di lavoro per le donne su molte delle attività della produzione primaria, per esempio la guida dei trattori o per l’uso delle tecnologie per l’agricoltura di precisione», continua Maretti. Questo «oltre naturalmente alla grande presenza femminile nei luoghi della trasformazione all’interno degli stabilimenti, che pur essendo con caratteristiche di stagionalità permette di dare una maggiore autonomia alle donne dal punto di vista reddituale e di conciliazione dei tempi di vita, soprattutto per quelle lavoratrici immigrate che trovano in agricoltura spesso la prima occupazione», dice il presidente. 

Il futuro è di speranza. La presenza femminile nelle aziende agricole è oggi nel complesso al 30% circa del totale degli occupati, mentre i capi d’azienda nel 31.5% dei casi sono donne. Nel secondo bando sulle tesi laurea, premiato recentemente a Roma in occasione dell’Assemblea di Legacoop Agroalimentare, il 54% delle tesi ricevute erano di ragazze, «un dato questo che ci fa guardare al futuro con ottimismo», sottolinea Maretti.

Donne e cooperazione. A proposito di donne e cooperazione, «l’auspicio è che ancora più donne diventino il riferimento aziendale per i nostri consigli di amministrazione delle cooperative», conclude il presidente di Legacoop Agroalimentare. È il caso di Marzia Di Pastina 33enne, nata a Sezze, in provincia di Latina, socia amministrativa della San Lidano Cooperativa, attiva anche nella IV Gamma, e ceo dell’azienda agricola LidMar, che si è aggiudicata l’Innovation Women Farmers Award indetto dal Copa Cogeca. Il suo contributo dimostra come le donne rendano l’agricoltura più umanistica e sostenibile, grazie alla loro naturale propensione al rinnovamento e alla transizione ecologica del sistema agricolo, alla maggiore capacità di adattamento, allo stretto legame con il territorio, alla cultura e alla tradizione locale.

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