Per il 64% degli italiani la famiglia è un’unione tra due persone che decidono di convivere per perseguire un progetto di vita comune, a prescindere che siano di sesso diverso o dello stesso sesso. Unione che per 7 su 10 (il 71%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto a due anni fa) dovrebbe essere sancita con il matrimonio e le cui basi affettive sono minacciate, per più di 8 italiani su 10, da egoismo, mancanza di comunicazione, difficoltà ad assumersi responsabilità, incapacità di affrontare sacrifici e di adattarsi all’altro. Con un altro problema che assume carattere di urgenza per più di 7 italiani su 10: quello della denatalità, le cui cause principali vengono indicate negli stipendi bassi, nella precarizzazione del lavoro, nella mancanza di sostegni pubblici per i costi da affrontare per crescere i figli, dalla mancanza di servizi diffusi e accessibili a tutti.
Queste, in sintesi, le principali evidenze che emergono dal Report FragilItalia “Famiglia. Percezione, ruolo e fattori di crisi. La sfida della denatalità”, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos, in base ai risultati di un’analisi condotta su un campione rappresentativo della popolazione.
Come accennato, un aspetto rilevante sul quale si è concentrata l’analisi di AreaStudi Legacoop e Ipsos è quello della denatalità, uno degli elementi centrali della crisi demografica che investe il nostro Paese, con effetti negativi, anche in prospettiva, sulla vita economica e sociale. La denatalità è un problema avvertito come urgente dal 74% degli italiani (41% abbastanza urgente, 33% molto urgente) e si scontra con il desiderio di avere figli, manifestato chiaramente anche dai giovani: 7 su 10 ne vorrebbero almeno due.
Le principali cause del problema vengono indicate negli stipendi bassi e nell’aumento del costo della vita (70%), nell’instabilità lavorativa e nella precarizzazione del lavoro (63%), nella mancanza di sostegni pubblici per i costi da affrontare per crescere i figli (59%), nella mancanza di servizi per le famiglie diffusi e accessibili a tutti (57%) e dalla paura di perdere il posto di lavoro (56%, il 61% tra le donne). Il problema viene avvertito anche dagli under 30, pur con un livello di urgenza inferiore rispetto alla media del totale (66% rispetto al 74%), ma comunque, come detto, con un desiderio di avere almeno due figli dichiarato da 7 giovani su 10. Riguardo alle cause del problema denatalità, anche gli under 30 indicano al primo posto gli stipendi bassi (63%, una percentuale inferiore di 7 punti al dato totale). Al secondo posto, ex aequo, l’instabilità lavorativa e la precarizzazione del lavoro (56%, -7 punti rispetto al dato totale) e la paura di perdere il posto di lavoro (56%, stessa percentuale del totale), seguite, al quarto posto, dalla mancanza di sostegni pubblici per i costi da affrontare per crescere i figli (52%, -7 punti sul totale del campione) e, al quinto posto, dalla mancanza di servizi per le famiglie diffusi e accessibili a tutti (45%, 12 punti in meno rispetto al totale del campione).
Tornando ai risultati relativi alla percezione della famiglia, la visione più “aperta” viene espressa dal 64% (71% delle donne, 56% degli uomini), mentre la visione più “tradizionale”, che la concepisce solo come l’unione tra un uomo e una donna uniti in matrimonio civile o religioso, è appannaggio del 22% (32% nelle isole, 27% nel ceto popolare). Soltanto il 14% la considera come l’unione tra due persone dello stesso sesso. Riguardo alle funzioni più importanti della famiglia, il 49% indica l’educazione dei propri figli (55% per gli uomini); il 47% il sostentamento ed il mutuo aiuto tra i suoi componenti e il 44% il supporto psicologico per far sentire i componenti accettati e protetti (53% per le donne). Tra le cause di fragilità dei legami affettivi, ai primi posti si collocano (con percentuali tutte superiori all’80%) egoismo, mancanza di comunicazione, difficoltà ad assumersi le proprie responsabilità, scarso spirito di sacrificio e incapacità di affidarsi all’altro. Rispetto a 2 anni fa, cala il peso di difficoltà comunicative, insicurezza, assenza di progettualità, impegni lavorativi e perdita dello status sociale. In crescita il desiderio di nuove esperienze e la maggiore libertà individuale.
Valori che registrano alcune significative differenziazioni nella percezione degli under 30. In questa platea sale al 73% (dal 64% del campione totale) la percentuale di chi considera la famiglia un’unione tra due persone che decidono di convivere per perseguire un progetto di vita comune, a prescindere che siano di sesso diverso o dello stesso sesso, mentre la visione più “tradizionale” (unione in matrimonio tra uomo e donna) scende dal 22% al 12%. In riferimento alle funzioni della famiglia, gli under 30 collocano al primo posto il supporto psicologico ai componenti del nucleo (58%), al secondo l’educazione dei figli (46%) e al terzo posto il sostentamento e il mutuo aiuto (37%). Difficoltà ad assumersi le proprie responsabilità e insicurezza guidano la classifica delle principali fragilità dei legami affettivi per gli under 30 che, rispetto alla media, hanno più paura del tradimento.
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