A metà gennaio si è svolta una videoconferenza in Provincia con i vertici di Legacoop e Confcooperative
Dare vita ad alcune giornate formative per favorire l’incontro tra la pubblica amministrazione e la cooperazione sociale. È questo l’argomento trattato a metà gennaio in una videoconferenza convocata dalla Provincia a cui hanno partecipato i vertici di Legacoop e Confcooperative, le due associazioni di categoria che vorrebbero organizzare i percorsi di formazione, condivisi da tutti i presenti che hanno deciso di creare un tavolo di lavoro. All’incontro, oltre al presidente della Provincia Federico Borgna, hanno partecipato Aurelio Galfrè (coordinatore cabina di regia provinciale monitoraggio Rsa), Giuseppe Guerra (direttore generale Asl Cn1), Tiziana Rassini (direttore amministrativo) e le organizzazioni sindacali con Tiziana Mascarello (Cisl), oltre agli Enti Gestori dei servizi sociali con Giancarlo Arneodo (Csac), Fabio Smareglia (Comune di Bra), Daniela Cusan (Fondazione Crc). Per Legacoop erano presenti Renzo Brussolo (responsabile Ufficio Territoriale Cuneo) e Barbara Daniele (responsabile Legacoopsociali), per Confcooperative Cisem, Alessandro Durando.
Dopo l’istituzione del “tavolo sulle tariffe” che aveva messo in evidenza alcune criticità nell’ambito della cooperazione sociale in parte risolte a livello regionale (es. sulla psichiatria) e in aprte ancora in corso di definizione in materia di anziani e centri disabili, arriva questo tavolo il cui scopo è quello di cercare delle forme di collaborazione più virtuose tra pubbliche amministrazioni e cooperazione sociale, mediante delle sinergie che coinvolgano anche la Fondazione Crc e la Camera di Commercio. I nuovi percorsi formativi dovranno cambiare la prospettiva dei rapporti prestazionali che hanno caratterizzato i servizi sociali forniti dalle cooperative. Si tratta dei servizi sociali, sanitari e educativi, svolti dalle cooperative sociali di tipo A che dovranno tenere conto dei nuovi bisogni del territorio in continua evoluzione rispetto al cambiamento sociale anche della popolazione. Un secondo percorso formativo riguarderà le modalità normative e operative per l’inserimento, mediante il coinvolgimento delle cooperative sociali di tipo B, dei soggetti diversamente abili nel mondo del lavoro. Il fine ultimo è quello di dare dignità e autonomia alle persone mettendole al centro di progetti di inclusione lavorativa. Il presidente Borgna ha sottolineato l’opportunità di utilizzare questi strumenti nuovi o poco consueti che possono essere sperimentati, anche sulla base di altre esperienze già avviate che hanno dato dei buoni risultati. Il gruppo di lavoro si riunirà a partire da marzo.