Legacoop Romagna ringrazia il Presidente di Confcommercio Ravenna, Mauro Mambelli, per aver riconosciuto come, nei giorni più tragici dell’alluvione che ha colpito il territorio emiliano a maggio, i cooperatori soci delle Cooperative bracciantili di Ravenna abbiano sacrificato migliaia di ettari delle proprie coltivazioni, per salvare, almeno in parte, le abitazioni e le infrastrutture del ravennate. Inoltre, coglie l’occasione per ribadirlo con forza: le CAB lo hanno fatto partendo da un’emergenza, ma anche dalla loro storia.
Le cooperative di braccianti in questione sono infatti le discendenti dirette di Nullo Baldini e dei tanti braccianti che, a partire dal 1888 (la CAB Ter.Ra. è la legittima erede di una storia nata 135 anni fa), a Ravenna e in tutto il ravennate costruirono, armati di carriole, di forza di volontà, di valori cooperativi solidissimi, gran parte del nostro sistema fluviale. Con il sudore e la fatica dei soci fecero emergere terre che successivamente iniziarono a coltivare, dando vita a uno dei principali bacini agricoli del nostro Paese e costituendo un esempio di collaborazione e di cooperazione che non ha eguali in Europa.
La loro è una storia di sacrifici, di solidissimi valori democratici, di senso di comunità e della ferrea volontà di difendere il nostro territorio, anche trasformandosi in quel che sono oggi: aziende agricole modernissime, capaci di investire sulle colture biologiche, sulle agroenergie, su una transizione energetica della quale oggi sono tra i protagonisti.
Mambelli ha ragione, secondo Legacoop Romagna, anche quando invita l’Associazione a guardare avanti, agli strumenti, alle manutenzioni costanti, agli impegni non dell’oggi, ma del domani, in grado di mettere in sicurezza il nostro territorio, anche attraverso alvei dei fiumi trattati e rispettati come grandi infrastrutture strategiche (alla stregua delle autostrade e delle linee ferroviarie).