I clienti che ricevono in casa un idraulico, un elettricista o un altro tecnico dovranno controllare il green pass? No, in quanto non sono datori di lavoro ma stanno acquistando servizi. Resta fermo che è loro facoltà chiedere l’esibizione del green pass. Questa una delle FAQ (frequently asked question) pubblicata sul sito del governo nella sezione dedicata alla certificazione verde Covid-19, ampliata con le nuove norme sull’utilizzo dei certificati nei luoghi di lavoro pubblici e privati, che sarà obbligatorio dal 15 ottobre al 31 dicembre prossimo, data di scadenza dello stato di emergenza.
Quanto ai liberi professionisti, il governo chiarisce: “Il libero professionista quando accede nei luoghi di lavoro pubblici o privati per lo svolgimento della propria attività lavorativa viene controllato dai soggetti incaricati, se è titolare dell’azienda in cui opera è controllato dal soggetto individuato per i controlli all’interno dell’azienda”. Non serve il green pass per chi lavora sempre in smart working ma questa modalità di lavoro non “può essere utilizzata allo scopo di eludere l’obbligo di green pass”, avverte l’esecutivo.
Sebbene nelle imprese ci sarà l’obbligo di certificato verde, non si potrà venir meno al rispetto delle regole di sicurezza previste da linee guida e protocolli (distanziamento, mascherine, etc.) e non potranno essere sanzionate le aziende che, nel caso di controlli a campione sul personale che non abbiano riscontrato la presenza di lavoratori senza green pass, hanno effettuato i controlli nel rispetto dei modelli organizzativi obbligatori. Non previste al momento piattaforme di controllo analoghe a quelle della scuola e del pubblico impiego: “Se ne potrà verificare in seguito la realizzabilità da un punto di vista tecnico ed eventualmente modificare il dpcm che disciplina le modalità di verifica”, viene specificato. Chiarito infine che il datore di lavoro di colf o badanti è tenuto a verificare che il dipendente abbia il green pass.