Sarà presentato domani, 25 aprile, ai Giardini Luzzati di Genova, da Legacoop Liguria e Ames, il libro di Pino Levi Cavaglione “Guerriglia nei Castelli Romani. Dal confino alla Resistenza: il diario di lotta di un partigiano genovese nella campagna laziale”. Un evento che Cesare Pavese definì “un caso speciale”. Interverranno Ariel Dello Strologo, Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, e Raffaele Mastrolonardo, giornalista e presidente della Coop Effecinque, Giovanna Devoto leggerà alcuni brani, introdurranno l’evento il presidente di Ames, Maurizio Fasce, e il presidente di CulTurMedia Liguria, Roberto La Marca.
Pino Levi Cavaglione, ebreo e antifascista, dopo avere cercato invano di arruolarsi nelle brigate internazionali nella guerra di Spagna, venne perseguitato dal regime. Prima incarcerato, poi confinato, infine internato in quanto appartenente alla “razza giudaica”. Per cinque anni fu costretto a soggiornare in paesi del centro e del sud Italia scelti per la loro lontananza dalle principali vie di comunicazione. Alla caduta del governo Mussolini nel luglio del 1943, Levi Cavaglione torna a Genova da dove, di fronte ad una nuova prospettiva di arresto, fugge per abbracciare la Resistenza nel Lazio. La sua esperienza come partigiano è raccontata nel libro che esce ora nuovamente per l’editore il melangolo.
Pubblicato per la prima volta da Einaudi nel 1945 e recensito con grande favore da Cesare Pavese (“un caso speciale”, la sua definizione del libro), il diario è un racconto crudo e mai edulcorato delle azioni compiute da Pino e la sua banda contro i nazisti. Mentre si trovava impegnato nella Resistenza nel Lazio, Levi Cavaglione venne a sapere che i suoi genitori, rimasti a Genova, erano stati deportati: morirono entrambi ad Auschwitz. Finita la guerra, Pino tornò a Genova dove riprese la carriera di avvocato. Morì suicida nel 1971.