Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito 30 onorificenze al merito della Repubblica italiana a cittadine e cittadini che si sono distinti per un’imprenditoria etica, per l’impegno a favore dei detenuti, per la solidarietà, per il volontariato, per attività in favore dell’inclusione sociale, della legalità, del diritto alla salute e per atti di eroismo: tra i premiati, la napoletana Imma Carpiniello, 49 anni, fondatrice e presidente della cooperativa sociale “Lazzarelle”, che produce caffè, rigorosamente secondo la tradizione partenopea, nel carcere femminile di Pozzuoli (NA). La cerimonia di consegna delle onorificenza si svolgerà presso il Quirinale il prossimo 24 marzo.
Carpiniello è stata premiata “per il suo impegno nella valorizzazione del lavoro delle detenute all’interno del carcere offrendo loro una opportunità di riscatto per una vita diversa dopo la detenzione”. “Si può dire Cavaliera in quanto donna?”, commenta in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, “o forse potremmo usare Cavaliere al femminile plurale perché da oggi tutte noi Lazarelle siamo un po’ Cavaliere”.
Laureata in scienza politiche con un master in diritti umani e un altro in studi di genere, Carpiniello ha avuto l’intuizione all’origine della cooperativa Lazzarelle dopo esser venuta a contatto con la realtà detentiva per motivi di studio e aver scoperto quanto “sia costoso vivere in carcere. Sono tante le spese che si devono sostenere: dal posto letto agli assorbenti. Così alla fine chi esce dal carcere deve affrontare sia lo stigma sociale sia quello economico perché non riuscendo a trovar lavoro, quei debiti diventano cartelle esattoriali”.
Da qui l’idea di creare un lavoro per queste detenute “vero e contrattualizzato come se fosse aldilà delle porte del carcere” ha incontrato la passione partenopea per il caffè. Nel 2012 il lancio della prima miscela delle Lazzarelle. Oltre al successo economico, il vero valore della cooperativa risiede nel dare alle detenute la possibilità di rifarsi una vita a partire da un lavoro imparato sul campo. “L’onore concessoci ci riempie di orgoglio”, prosegue Carpiniello, “e ci spinge a dare ancora di più, se mai ce ne fosse bisogno. Perché il vero sporne viene dai risultati”. Non è infatti rientrato nei circuiti criminali ben il 90% delle donne che hanno fatto parte della cooperativa.