Si svolgerà a Padova, martedì 12 marzo alle 10.00 presso la sede di Banca Etica (sala Peppino Impastato), ingresso da via Benedetto Cairoli 11, l’evento promosso da Legacoop Veneto “Inclusione e cooperazione. Per un’evoluzione sistemica dell’accoglienza dei migranti in provincia di Padova”
Tra gli obiettivi dell’appuntamento, ripercorrere l’evoluzione delle politiche pubbliche in materia di accoglienza delle persone migranti in Italia, evidenziandone le criticità e al contempo i modelli possibili, fotografare il sistema padovano valorizzando le pratiche virtuose sul territorio, e ancora e ribadire con forza la necessità di costruire un sistema di accoglienza e inclusione strutturato, stabile e sostenibile.
Dopo i saluti istituzionali del prefetto di Padova Francesco Messina e di un rappresentante del Comune di Padova, l’apertura dell’evento vede gli interventi di Mario Morcone, già direttore del CIR, il Consiglio Italiano per i Rifugiati, capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno e prefetto della Regione Campania, ora assessore alla Sicurezza, Legalità e Immigrazione della Regione Campania, e Mario Conte, presidente di Anci Veneto.
A seguire un confronto a più voci tra Gianni Belloni, giornalista e direttore del Centro di documentazione e inchiesta sulla criminalità in Veneto, Ugo Veronese, componente del Consiglio generale di Ance Padova e del Direttivo Scuola Edile, Roberta Amore, vicepresidente di Equality, Roberto Tuninetti, vicepresidente di Levante, e Maurizio Trabuio, presidente di Città So.La.Re, tre cooperative sociali associate a Legacoop e chiamate a portare la loro esperienza e visione. A chiudere l’evento il presidente di Legacoop Veneto Devis Rizzo. Introduce e modera Giulia Casarin del settore sociale di Legacoop Veneto.
Oltre ad affrontare il tema nella sua globalità, al centro del confronto anche la a questione abitativa e il tema dell’integrazione in ambito lavorativo, analizzati anzitutto nelle loro fragilità: dall’assenza di un percorso sistemico di formazione per questo target di potenziali lavoratori fino al rischio di lavoro irregolare e sfruttamento. Il tutto peraltro in relazione alla denuncia del tessuto economico locale, emersa a più voci, circa la mancanza di manodopera. Insomma, l’accoglienza non può più essere considerata un’emergenza: serve creare una rete e una sana programmazione per segnare una prospettiva, anche in stretto dialogo con il territorio.