L’industria del futuro sarà collaborativa, ossia un modello di impresa caratterizzato dalla cooperazione tra macchine ed esseri umani, con il fine ultimo di dare un valore aggiunto alla produzione creando prodotti personalizzati che rispettino le esigenze dei consumatori e – ovviamente – dei lavoratori.
È questa la cosiddetta “industria 5.0“, secondo la definizione riportata da Paolo Mongardi, presidente della cooperativa SACMI, intervenuto a “Innovazione e cooperazione nella transizione digitale”, convegno ospitato il 19 luglio presso la sede di SACMI, promosso da Legacoop Emilia-Romagna e moderato dal presidente della Fondazione PICO Piero Ingrosso.
In questo contesto futuribile, il modello della cooperazione e delle cooperative sarà ancora valido. A dirlo, insieme a Mongardi, è anche ChatGPT, il modello di linguaggio avanzato basato su intelligenza artificiale sviluppato da OpenAI e“interrogato” proprio dal presidente di SACMI.
“Le cooperative”, ha risposto ChatGPT, “si sono adattate anche all’era digitale, sfruttando le nuove tecnologie per migliorare l’efficienza e la collaborazione tra i membri. La cooperazione può anche favorire l’innovazione e la creazione di soluzioni collettive per le sfide attuali, come la transizione verso un’economia sostenibile”.
“Le cooperative rimangono un modello valido per il futuro”, ha continuato l’intelligenza artificiale, “poiché incarnano i valori di democrazia economica, solidarietà e sostenibilità; sono in grado di adattarsi ai cambiamenti sociali ed economici e offrono un’alternativa partecipativa e inclusiva per le partecipazioni economiche”.
La cooperazione tra imprese diventa comunque necessaria: “Tutte le aziende se vogliono rimanere al passo della transizione digitale ed essere nel mercato del digitale, devono capire quando queste tecnologie possono essere adottate e quando invece possano essere prodotte”.
Ad evidenziarlo è stata Rita Cucchiara, professoressa ordinaria di sistemi di elaborazione delle informazioni presso il Dipartimento di ingegneria “Enzo Ferrari” Unimore, che nel corso dello stesso convegno ha invitato il mondo imprenditoriale a lavorare insieme per mettere a fattore comune i dati e le risorse disponibili.
Qui il racconto dell’evento.