La concorrenza dei Pnrr apre il dibattito sul futuro dei fondi strutturali europei

A Bruxelles si dibatte apertamente dell’ipotesi di rendere permanente il Dispositivo di ripresa e resilienza o di estendere il suo modello di governance e funzionamento ad altri programmi di finanziamento comunitari

L’ottava relazione sulla coesione pubblicata dalla Commissione Europea restituisce un quadro molto articolato, in cui convivono diseguaglianze territoriali ora antiche ora emergenti, talvolta “di ritorno”.

Da un lato, il cortocircuito del processo di convergenza regionale innescato dalla crisi economica del 2008 assume ormai contorni cronici in larghe porzioni dell’Europa occidentale, specialmente nel quadrante mediterraneo: con il cristalizzarsi di trappole di sviluppo perfino in regioni un tempo locomotive o l’approfondirsi del divario tra aree metropolitane e zone rurali o periferiche.

Dall’altro si affacciano fenomeni che incideranno in maniera crescente sulle disparità inter e infra-regionali: i cambiamenti climatici, la transizione verde e digitale, le trasformazioni tecnologiche, quelle demografiche. Sullo sfondo si staglia l’onda lunga della pandemia.

La domanda è se l’azione dell’Ue sarà all’altezza di queste sfide così complesse, tenendo presente che i Trattati individuano nella coesione economica, sociale e territoriale uno dei suoi obiettivi fondanti.

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FONTE IL SOLE 24 ORE

a cura di Francesco Molica*

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