Lo studio di Legacoop Veneto e condotto dall’Università di Padova, presentato al convegno “Cooperare in quota. La cooperazione a servizio della montagna”, ha analizzato le cooperative della provincia di Belluno, concentrandosi su quelle di comunità. L’indagine ha evidenziato come queste realtà, che operano in un territorio montano fragile e a rischio spopolamento, siano nate principalmente per offrire nuovi servizi (48%), garantire la sopravvivenza della comunità (21%) e preservare le tradizioni (19%).
Con 120 cooperative registrate che generano un fatturato di 325,8 milioni di euro e impiegano quasi 2400 lavoratori, il 73% del fatturato totale è rappresentato dal campione di 40 cooperative analizzate. Di queste, oltre il 35% è stato costituito dal 2000 al 2021, con la maggior parte di piccole dimensioni (meno di 50 dipendenti) e un basso numero di soci giovani, problema che rappresenta un rischio futuro secondo il 40% degli intervistati.
Le cooperative di comunità dimostrano un impatto strategico per mantenere servizi essenziali, come bar e negozi di prossimità, fondamentali per la coesione sociale. Tuttavia, affrontano sfide significative, tra cui la concorrenza di mercato (66%), infrastrutture carenti (45%) e difficoltà nel reperire personale (66%). Nonostante la mancanza di normative specifiche, l’86% delle cooperative si riconosce negli elementi caratteristici delle cooperative di comunità, sottolineando il loro ruolo chiave nel preservare e valorizzare il territorio montano.
«Tra gli obiettivi dell’indagine – ha evidenziato il presidente di Legacoop Veneto Devis Rizzo – quello di identificare i tratti distintivi delle “cooperative di comunità”, per comprendere innanzitutto quali leve possano favorirne il potenziamento, e dunque l’impegno necessario da parte dell’organizzazione a loro sostegno».
Al tavolo del confronto anche Marco Bassetto, direttore del Gal (Gruppo di azione locale) Alto Bellunese, che ha spiegato: «Nel periodo di programmazione europea 2021-2027 il Gal si è posto come obiettivo centrale il contrasto dei fenomeni di spopolamento che interessano il suo territorio, sostenendo iniziative e progetti che mirino al miglioramento della vivibilità e della qualità della vita delle persone, con il potenziamento e rafforzamento dei servizi di base alla persona. Tale obiettivo può essere raggiunto creando sinergie tra pubblico e privato, soprattutto del terzo settore, e sostenendo iniziative imprenditoriali che favoriscano la messa in rete degli attori locali».
Tra le iniziative di Legacoop Veneto a supporto della cooperazione, spicca Coopstartup Veneto, un progetto biennale che offre formazione, consulenza gratuita e finanziamenti a fondo perduto per nuove idee imprenditoriali. Le iscrizioni saranno aperte dalla primavera del 2025.
Durante l’appuntamento sono state raccontate storie di successo di cooperative dell’Alto Bellunese:
- Cooperativa De Zopè (2021, Zoppè di Cadore)
In un paese di soli 190 abitanti, ha riaperto l’unico negozio di alimentari e gestisce il bar locale, svolgendo funzioni di centro servizi per la comunità, come distribuzione di beni di prima necessità e gestione di acquisti collettivi. - Cooperativa di consumo Lamosano (1909)
Tra le più antiche d’Italia, opera in una piccola comunità montana offrendo servizi essenziali attraverso un negozio di vicinato, contrastando isolamento e disoccupazione. - Cadore – Dolomiti (2008, Pieve di Cadore)
Conta oltre 90 soci e più di 200 lavoratori. Promuove l’integrazione sociale e la valorizzazione del territorio con un modello di economia integrata che unisce attività industriali, commerciali, servizi e welfare di comunità.