Transizione ecologica e tecnologica che vanno di pari passo grazie alla filiera: Legacoop Agroalimentare ha firmato un protocollo d’intesa con la start up Natur Essence per il trasferimento ai propri associati di tecnologie “pronte” per i processi di transizione ecologica. L’azienda toscana, con una forte vocazione per la ricerca e l’innovazione, crea nuove tecnologie per la coltivazione indoor in ambiente controllato e su larga scala. È l’unica in Italia a produrre su larga scala microalghe come la spirulina grazie a fotobioreattori brevettati “closed pond” a ciclo continuo di sua ideazione e costruzione. Ma non solo: le ultime tecnologie sviluppate dalla startup riguardano batterie che al posto del litio utilizzano materie prime riciclate, produzione di idrogeno verde per cogeneratori e per la combustione di biomasse e sanificatori per ambienti di lavoro “ozon free”.
Grazie al protocollo di intesa tra Legacoop e la startup Natur Essence, i materiali di scarto delle aziende agricole potranno diventare materie prime per la nutraceutica e le imprese potranno installare impianti a idrogeno per abbattere costi ed emissioni
Il protocollo firmato da Natur Essence e Legacoop – che oggi rappresenta circa 1.500 cooperative attive con 200mila soci e 10 miliardi di euro di fatturato totali – sarà valido fin al 31 dicembre 2026 ed è stato pensato per riuscire a valorizzare al meglio gli scarti della filiera agricola, trasformandoli in materie prime. Oltre a questo, le tecnologie di NaturEssence possono essere impiegate per installare nuovi impianti all’interno delle aziende esistenti o per rigenerare gli immobili ormai obsoleti e trarne il massimo in materia di abbattimento delle emissioni e dei costi.
Recupero dei rifiuti e immobili rigenerati
Grazie alle tecnologie sviluppate dalla startup toscana, dai materiali di risulta delle coltivazioni e dei processi di lavorazione delle aziende associate a Legacoop – che sceglieranno di aderire all’iniziativa – potranno essere estratte molecole pregiate che verranno impiegate nel mondo farmaceutico, della cosmesi e alimentare. Ma non è tutto: l’esperienza di Natur Essence sarà importante per creare nuovi impianti (serre a impatto zero), per rigenerare strutture e immobili esistenti trasformandoli in coltivazioni indoor controllate con sistemi di Intelligenza Artificiale.
Impianti a idrogeno e carbon credits
Le nuove realizzazioni o rigenerazioni potranno usufruire di impianti di cogenerazione di energia autonomi che utilizzano idrogeno verde. Un modo per contenere i costi e le emissioni in atmosfera. Le tecnologie che la startup metterà a disposizione consentiranno di completare la dotazione strutturale delle imprese agricole con impianti per l’abbattimento e per la fissazione della Co2 capaci di generare Carbon Credits. Questi sono infatti considerati la nuova frontiera per le aziende agricole: nel corso del 2022, l’Unione Europea dovrebbe riconoscere il ruolo del carbon farming agganciando le imprese agricole del continente alla possibilità di generare crediti di carbonio.
«Transizione ecologica e transizione tecnologica non possono prescindere l’una dall’altra. E questa partnership suggella proprio questo legame. Sostenibilità ed economia circolare sono da sempre nel Dna delle nostre cooperative, e il modello cooperativo svolge un ruolo cruciale poiché permette di diffondere le nuove tecniche all’ampia platea di piccole imprese agricole familiari associate che, diversamente, non avrebbero dimensioni adeguate ad affrontare da sole sfide tanto complesse», spiega Cristian Maretti presidente di Legacoop Agroalimentare. «Da anni la cooperazione agroalimentare applica in maniera diffusa tecniche di agricoltura digitale essenziali per il contrasto al cambiamento climatico. Con l’accordo con Natur Essence siamo pronti, a fronte di progettualità che coinvolgano le imprese associate, a promuovere il raccordo con istituzioni finanziarie, pubbliche e private, per le eventuali operazioni di finanziamento e attivazione di strumenti finanziari».
Una delle aziende già interessate all’accordo è Terre dell’Etruria che, con circa 3.500 aziende agricole associate, rappresenta la più importante realtà imprenditoriale del mondo agricolo toscano. «Ottimizzare ed innovare nel solco della sostenibilità significa recuperare centesimi per le aziende agricole associate», spiega Massimo Carlotti presidente di Terre dell’Etruria di Donoratico (Livorno). «La riorganizzazione dei cicli di lavorazione così come la differenziazione delle tecniche di produzione sono forse l’unica opportunità per provare a contrastare la continua perdita di valore delle nostre produzioni. Provare a costruire accordi per la gestione di progetti innovativi che guardano con interesse alla lotta allo spreco e al riutilizzo dei sottoprodotti di lavorazione con strutture che si pongano come obiettivo quello di creare sinergie con la produzione primaria, non solo è una opportunità ma la considero una necessità non rimandabile. Per questo credo si debba da subito approfittare di questa opportunità, scegliendo su quali filiere e su quali territori dare avvio a progetti pilota che siano in grado, partendo dalle aspettative, di monitorare i risultati, per poi ragionare con sistemi più complessi i diffusi».
a cura di Valeria Sforzini pubblicato il 2 febbraio su corriere.it