Tra le misure di immediato sostegno destinate ai nuclei familiari la cui abitazione sia stata distrutta in tutto in parte o sia stata sgomberata a seguito dell’alluvione in Emilia-Romagna, l’esecutivo ha autorizzato un contributo per l’autonoma sistemazione, pari a 400 euro per i nuclei monofamiliari, 500 euro per i nuclei familiari composti da due unità, 700 euro per quelli composti da tre unità, 800 euro per quelli composti da quattro unità, fino a un massimo di 900 euro mensili per i nuclei familiari composti da cinque o più unità. Nel caso in cui nel nucleo familiare siano presenti persone di età superiore ai 65 anni, portatrici di handicap o disabili, con una percentuale di invalidità non inferiore al 67 per cento, è concesso un contributo aggiuntivo di 200 euro mensili per ciascuno di questi soggetti. Lo ha fatto sapere oggi in Aula della Camera il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, nel corso di un’informativa urgente sull’emergenza alluvione in Emilia-Romagna. Di seguito una sintesi del suo intervento.
Commissario delegato. Per dare immediata risposta alle popolazione, ha spiegato Musumeci, è stata subito adottata un’ordinanza della Protezione civile che nomina il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, quale commissario delegato a gestire l’emergenza. Nel dettaglio, il provvedimento affida al commissario un piano per i primi interventi, dalla rimozione dei fattori di pericolo al ripristino dei servizi pubblici e delle infrastrutture. Con questo intervento, è stato inoltre previsto che i soggetti titolari di mutui relativi agli edifici sgomberati, o alla gestione di attività commerciali ed economiche, anche agricole, svolte negli stessi edifici, con la presentazione di un’autocertificazione del danno, abbiano diritto di chiedere agli istituti di credito e bancari una sospensione delle rate, optando tra la sospensione dell’intera rata e quella della sola quota capitale. Sono inoltre, ha proseguito Musumeci – poste a carico della gestione commissariale, nel limite di 1.500 euro per ciascuna vittima, le spese per le esequie.
Gestione dell’emergenza. Ancora, Musumeci ha fatto sapere che è in corso di adozione un’ordinanza del dipartimento per la Protezione civile volta “a rafforzare la capacità operativa della struttura commissariale per la gestione del contesto emergenziale, disciplinando anche l’ottimizzazione del concorso delle colonne mobili regionali e del volontariato di Protezione Civile nazionale, il coinvolgimento della colonna mobile dell’ANCI e il concorso delle strutture operative statuali, a cui potranno fare seguito ulteriori ordinanze, modulate in funzione e in ragione dell’evoluzione delle necessità di contrasto al contesto di criticità”.
Ricostruzione. “Dobbiamo fare della messa in sicurezza del territorio nazionale la priorità dell’agenda politica di governo di questo esecutivo e di tutte le sue articolazioni nel territorio”, ha affermato Musumeci. “Serve un piano nazionale concepito in funzione di una strategia unitaria, che finora è mancata. In quest’ottica, il ministro ha fatto sapere che il governo sta lavorando a nuovi “progetti normativi, da un lato, per semplificare e accelerare le procedure in sede preventiva, dall’altro, per accelerare e semplificare le procedure nella fase post-emergenziale, che è quella della ricostruzione”.
Toscana e Marche. ”Gli eventi del 16 maggio hanno coinvolto anche alcune porzioni del territorio di Marche e Toscana – ha ricordato Musumeci -. Sono già in corso le attività tecniche, come richiesto dalle stesse Regioni, a cura della Protezione civile, per la valutazione dell’impatto che gli eventi hanno avuto, ai fini di deliberare lo Stato di emergenza anche in questi due territori”.
Danni. “Dal punto di vista idrologico – ha chiarito il ministro – diverse sono state le aste fluviali che hanno avuto criticità, causando esondazioni per tracimazioni e successive rotture arginali, che hanno interessato complessivamente 23 fiumi fino ad ora esondati, per un’area di circa 58 chilometri quadrati, oltre 300 frane e 500 strade chiuse per allagamenti o smottamenti”. Le frane attive sono circa un migliaio, di cui 305 le più significative, ha chiarito, mentre sono circa 23 mila le persone evacuate dalle loro abitazioni. “Restano ancora chiuse 622 strade – ha aggiunto – molte delle quali appartengono alla viabilità secondaria e alle strade provinciali e comunali”.