Lavoro e previdenza nel settore dello spettacolo, le commissioni VII e XI della Camera approvano il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva: il 73% dei lavoratori del settore non è mai stato socio di cooperativa

La maggior parte dei lavoratori che contribuiscono alla creazione degli spettacoli dal vivo non è mai stata socio di cooperativa (73,2 per cento), mentre la partecipazione ad associazione è la condizione più diffusa: il 44,9 per cento è membro di un’associazione e il 15,3 per cento lo è stato in passato. Il dato, messo a disposizione dalla  ricerca “Vita da artisti” condotta dalla Fondazione Di Vittorio con il contributo della SLC-CGIL, è una delle molte informazioni contenute nel documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sul lavoro e previdenza nel settore dello spettacolo che ha ricevuto ieri il via libera dalle commissioni riunite Cultura e Lavoro della Camera, frutto di spunti e indicazioni raccolte durante un ciclo di audizioni in corso dall’aprile 2020. Il testo è organizzato in cinque capitoli: nei primi tre sono affrontati i temi del lavoro nel settore dello spettacolo, in merito alla qualificazione dei rapporti di lavoro, caratteristiche dell’occupazione, competenze e formazione, della previdenza, con riferimento ai Fondo pensioni, malattia, maternità, NASpI, e del sistema dello spettacolo, in cui si affrontano i temi del Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS), delle Fondazioni lirico-sinfoniche e dell’Osservatorio dello spettacolo.

Il quarto capitolo contiene i temi e le proposte degli operatori del settore in materia, ad esempio, di registri e riconoscimento professionale, contratti di prestazione occasionale, appalti di servizi, sicurezza dei lavoratori, associazionismo e spettacolo emergente. È proprio in questa sezione che il documento fa un ulteriore riferimento al sistema cooperativo, ricordando che il Parlamento europeo ha invitato la Commissione e gli Stati membri a creare un “registro professionale europeo” per gli artisti e di un Registro degli enti pubblici e privati organizzatori di spettacolo e il registro dei luoghi di spettacolo, chiedendo che in quest’ultimo siano incluse tutte le realtà profit e no profit, come le associazioni e gli enti del terzo settore e le cooperative. Con riferimento al tema dell’associazionismo, inoltre, il documento riporta un parere espresso da Alberto Butturini, tecnico dello spettacolo intervenuto in audizione per conto Forum Arte Spettacolo, secondo cui “andrebbero individuate e sostenute forme organizzative semplificate e innovative di cooperazione, autogestione e organizzazione, e cooperative di comunità tra artisti e professionisti dello spettacolo, pubblico ed enti locali, dando piena applicazione alla riforma del Terzo Settore”.

 

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