Lavoro, le 550 coop sociali toscane a Regione e Comuni: “Serve un confronto su costi dei servizi, tariffe e basi d’asta degli appalti”

Le cooperative sociali della Toscana chiedono alla Regione e all’Anci di aprire un confronto sui costi di gestione dei servizi che garantiscono ogni giorno: da quelli sanitari e sociosanitari ai servizi educativi e all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati.

Ad avanzare la richiesta sono Confcooperative-Federsolidarietà e Sanità Toscane, il Dipartimento Welfare di Legacoop Toscana e AGCI-Imprese sociali, in rappresentanza di 550 cooperative sociali che danno lavoro a più di 30 mila persone, di cui oltre 3.000 svantaggiate.

Il 26 gennaio scorso AGCI, Confcooperative e Legacoop, e FP-CGIL, FP-CISL, FPL-UIL, Fisascat-CISL e UIL-Tucs, hanno firmato l’accordo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro della cooperazione sociale, che ora sarà sottoposto alla consultazione dei lavoratori e degli organismi delle organizzazioni datoriali.  L’intesa comporterà – a regime – un cospicuo aumento del costo del lavoro e dei relativi costi di gestione delle strutture e dei servizi, in un contesto in cui tariffe, quote sanitarie e sociali sono ferme da anni e le basi d’asta degli appalti sono sempre più incongrue.

Per questo motivo, l’8 gennaio scorso le tre Centrali Cooperative toscane hanno inviato una lettera a Regione e Anci Toscana chiedendo ufficialmente l’apertura di un tavolo di confronto. Due gli obbiettivi: individuare insieme le strategie di sostegno al rinnovo del contratto collettivo nazionale e attuare le azioni necessarie per reperire le risorse opportune per l’adeguamento dei corrispettivi contrattuali e delle tariffe, anche attivandosi nei confronti del governo nazionale, dei ministeri competenti, della Conferenza Stato Regioni e di Anci nazionale.

“Ad oggi la nostra lettera alla Regione non ha ricevuto risposta – dicono la responsabile del Dipartimento Welfare di Legacoop Toscana, Assunta Astorino, i presidenti di Confcooperative-Federsolidarietà Alberto Grilli e di AGCI-Imprese sociali, Federico Pericoli – e per questo chiediamo pubblicamente alla Giunta toscana di attivarsi per convocarci e ascoltarci. Il Consiglio Regionale toscano, nel frattempo, ha approvato una mozione, con primo firmatario il presidente della Terza Commissione consiliare, Enrico Sostegni, che impegna la Giunta ad aprire il confronto: un segnale di attenzione di cui siamo grati ai consiglieri regionali e che crediamo ora debba essere raccolto da Palazzo Strozzi Sacrati”.

“L’accordo sul rinnovo del contratto nazionale – continuano Astorino, Grilli e Pericoli – è un risultato importante che valorizza la cooperazione sociale e riconosce il ruolo fondamentale delle persone che ci lavorano. Al tempo stesso sarebbe ingenuo negare che il rinnovo del Ccnl, qualora le Pubbliche Amministrazioni committenti non dovessero riconoscere i necessari adeguamenti dei corrispettivi contrattuali e delle tariffe, pregiudicherà la sostenibilità economica di molte delle strutture e dei servizi garantiti dall’articolato sistema della cooperazione sociale”.

“La nostra forte preoccupazione – sottolineano Grilli, Astorino e Pericoli – non è solo relativa alla tenuta delle cooperative sociali che rappresentiamo ma, soprattutto, è collegata al concreto rischio che il mancato riconoscimento da parte delle pubbliche amministrazioni di questi adeguamenti contrattuali comporti l’inevitabile drastica diminuzione, se non interruzione, di servizi e presidi di prossimità a favore di cittadini e famiglie, spesso i più fragili e le più vulnerabili, delle nostre comunità. Questo scenario, purtroppo, si basa sull’esperienza maturata negli anni precedenti, ed in particolar modo con l’ultimo rinnovo del Ccnl Cooperative sociali 2017-19, del cui aumento si è dovuto far carico in massima parte, se non esclusiva, il comparto della cooperazione sociale, attingendo anche alle proprie riserve statutarie”.

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