Roma, 25 luglio 2024 – “Apprendiamo, con sconcerto, che la società in house della Camera viene fatta non per dare un servizio migliore all’importante istituzione, ma in contrapposizione al lavoro nelle cooperative che a detta dei promotori sarebbe precario e sottopagato”.
A dirlo è Andrea Laguardia, direttore di Legacoop Produzione e Servizi, riferendosi alla costituzione di una società in house per la gestione dei servizi della Camera dei Deputati.
Il direttore di Legacoop Produzione e Servizi ricorda che “alla Camera, così come in altri enti, le cooperative partecipano, al pari di altre tipologie di impresa, a bandi di gara in cui vengono definiti il monte orario di lavoro e le risorse economiche messe a disposizione per quel servizio. Negli ultimi decenni le cooperative hanno avuto l’onore di prestare i propri servizi, garantendo quanto era previsto dai bandi di gara e nel rispetto delle norme sui cambi d’appalto”.
“Rifiutiamo pertanto categoricamente -sottolinea Laguardia- che il termine ‘cooperativa’ venga strumentalmente utilizzato come sinonimo di precariato e lavoro sottopagato: le vere cooperative, come tutte le imprese, applicano i ccnl di settore e non beneficiano di nessun tipo di vantaggio economico”.
“Piuttosto che attaccare in modo generico una forma d’impresa che rappresenta una parte importante del pil italiano – conclude – la Camera si dovrebbe impegnare per promuovere leggi per il contrasto alle false cooperative, un tema su cui da anni sollecitiamo l’intervento pubblico”.