Atteso alla Camera in commissione Bilancio, dove sarà trasformato in un emendamento al decreto-legge sostegni-bis, il decreto-legge in materia di licenziamenti e fisco approvato dal Consiglio dei ministri ieri pomeriggio e subito pubblicato sulla Gazzetta ufficiale ed entrato in vigore. Il testo conferma le misure previste dalla bozza diffusa ieri, alla quale sono state aggiunte le disposizioni finanziarie all’articolo 7 e negli articoli dove non erano state ancora definite:
- il primo articolo sospende il cashback per il secondo semestre del 2021 e istituisce presso il ministero del Lavoro per il 2022 – con le risorse che non saranno utilizzate per la misura – un Fondo, con una dotazione di 1.500 milioni di euro, destinato a concorrere al finanziamento di interventi di riforma in materia di ammortizzatori sociali. Dopo il 30 giugno 2021, il MEF effettua rilevazioni periodiche relative all’utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici, sulla base del supporto informativo fornito dalla Banca d’Italia. Ancora, l’articolo incrementa al 100 per cento il credito di imposta sulle commissioni previste per gli esercenti attività di impresa, arte o professioni, che effettuano cessioni di beni o prestazioni di servizio nei confronti di consumatori finali, nel caso in cui adottino – nel periodo dal 1° luglio 2021 al 31 dicembre 2022 – strumenti di pagamento elettronico oppure strumenti di pagamento evoluto collegati ai mezzi di memorizzazione elettronica e trasmissione telematica all’Agenzia delle entrate dei dati dei corrispettivi giornalieri delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi;
- l’articolo 2 dispone la proroga dello stop alle cartelle esattoriali fino al 31 agosto prossimo (non più al 30 giugno), prevede inoltre che la riscossione della TARI possa avvenire entro il 31 agosto e non più entro il 30 aprile; consente ai comuni di approvare le tariffe e i regolamenti della TARI e della tariffa corrispettiva entro il 31 luglio e non più entro il 30 giugno;
- l’articolo 3 prevede che siano destinate risorse pari a un miliardo e 200 milioni all’Arera per contenere gli adeguamenti delle tariffe del settore elettrico;
- l’articolo 4 al comma 1 concede una proroga di sei mesi fino al 31 dicembre 2021 del trattamento straordinario di integrazione salariale per le aziende che abbiano particolare rilevanza strategica sul territorio qualora abbiano avviato il processo di cessazione aziendale. I datori di lavoro delle industrie tessili, delle confezioni di articoli di abbigliamento e di articoli in pelle e pelliccia, e delle fabbricazioni di articoli in pelle e simili che dal primo luglio sospendono o riducono l’attività possono presentare domanda di concessione del trattamento ordinario di integrazione salariale per massimo 17 settimane tra il primo luglio e il 31 ottobre, data entro la quale resta precluso il licenziamento e la facoltà di recedere dal contratto per giustificato motivo oggettivo. I datori di lavoro privati che sospendono o riducono l’attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da COVID-19 che non possono ricorrere ai trattamenti di integrazione salariale viene riconosciuto – per un massimo di 351 milioni di euro – un trattamento straordinario di integrazione salariale in deroga per un massimo di tredici settimane fruibili fino al 31 dicembre 2021;
- l’articolo 5 prevede un rifinanziamento della “Nuova Sabatini” con un ammontare di 425 milioni di euro;
- l’articolo 6 contiene disposizioni in merito ad Alitalia, proroga fino al 16 dicembre 2021 il termine di restituzione del “prestito ponte”;
- l’articolo 7 definisce le coperture del provvedimento;
- l’ottavo dispone l’entrata in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.
Durante la riunione del Cdm di ieri, è stato approvato anche un disegno di legge delega al governo in materia di contratti pubblici: il testo – che ora sarà trasmesso alle Camere per l’iter parlamentare e dovrà essere attuato con un decreto legislativo – interviene sulla qualificazione delle stazioni appaltanti con il potenziamento e la specializzazione del personale. Le norme da adottare dovranno “assicurare efficienza e tempestività nell’affidamento, la gestione e l’esecuzione di contratti e concessioni; tempi certi per le procedure di gara, per la stipula dei contratti e la realizzazione degli appalti, comprese le opere pubbliche che dovranno essere sempre più orientate all’innovazione e alla sostenibilità; il rafforzamento della qualificazione delle stazioni appaltanti”. Ancora, prevista lamassima semplificazione delle procedure per gli investimenti in tecnologie verdi e digitali e per l’innovazione e la ricerca, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu e l’inserimento nei bandi di gara di clausole sociali e ambientali come requisiti necessari o premiali dell’offerta per promuovere la stabilità occupazionale, l’applicazione dei contratti collettivi, le pari opportunità generazionali e di genere. Ci sarà “una piena digitalizzazione e informatizzazione delle procedure, la riduzione degli oneri amministrativi ed economici a carico dei partecipanti e strumenti per diminuire il contenzioso sull’affidamento ed esecuzione degli appalti”.
Saranno verificati, anche attraverso l’uso di banche dati a livello centrale, i sistemi di qualificazione degli operatori di settore e della loro effettiva capacità di realizzare le opere oggetto di gara, delle competenze tecniche e professionali e del rispetto della legalità, compresi gli aspetti legati alla tutela del lavoro e alla prevenzione e contrasto alle discriminazioni di genere. Oggetto di verifica anche le offerte anomale e l’individuazione dei casi in cui le stazioni appaltanti possano ricorrere al criterio del prezzo più basso d’offerta e all’affidamento congiunto della progettazione e dell’esecuzione dei lavori. Si estendono e rafforzano i metodi di risoluzione delle controversie alternativi a quello giurisdizionale, per evitare di allungare i tempi di realizzazione delle opere e allo stesso tempo alleggerire i tribunali dai contenziosi. Infine, si semplificano e ampliano le forme di partenariato pubblico-privato, in particolare riguardo alla finanza di progetto, per attirare investitori professionali.
Via libera anche ai ddl Rendiconto 2020 e Assestamento 2021, che ora saranno trasmessi in Parlamento per l’iter legislativo: ricordiamo che il rendiconto rappresenta lo strumento attraverso cui il governo adempie l’obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione delle finanze pubbliche; l’assestamento, invece, dispone l’adeguamento delle previsioni di entrata e degli stanziamenti di bilancio per quest’anno conseguenti l’aggiornamento del quadro macroeconomico illustrato nel Documento di economia e finanza. Nel complesso, ha spiegato palazzo Chigi, le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento determinano una variazione positiva del saldo netto da finanziare di circa 1.300 milioni di euro in termini di competenza e sono sostanzialmente neutrali in termini di cassa.
Nominata infine, su proposta del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, la dirigente Mite Rosaria Fausta Romano capo dipartimento per l’energia e il clima del dicastero.