Legacoop Agroalimentare, Maretti: la cooperazione ha un ruolo chiave per la sostenibilità delle filiere agroalimentari

Cristian Maretti (presidente Legacoop Agroalimentare): «Secondo l’Istat i cittadini nutrono forti preoccupazioni per clima, spreco di acqua e di energia. Le nostre cooperative continueranno a perseguire gli obiettivi di rispetto e tutela dell’ambiente e agiranno per ampliare sempre di più le buone pratiche».

Roma, 28 febbraio 2025 – «La sostenibilità fa parte del Dna delle nostre cooperative che continueranno a perseguire gli obiettivi di rispetto e tutela dell’ambiente che portano avanti da oltre 40 anni». Così Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, riguardo a un report dell’Istat uscito lo scorso 26 febbraio, che mette in evidenza la forte preoccupazione da parte dei cittadini per il clima e la grande attenzione allo spreco di acqua ed energia.

L’Istituto rileva come 6 persone su 10, ovvero circa il 58% della popolazione, siano preoccupate per i cambiamenti climatici, mentre circa quattro su 10 si dichiarano allarmate per lo smaltimento dei rifiuti e per l’inquinamento dell’acqua. Il 50% della popolazione si dice preoccupata per la qualità dell’aria e crescono, dal 26,5% del 2023 al 28,5% del 2024, le persone in apprensione per il dissesto idrogeologico. I cittadini si dimostrano attenti alla conservazione delle risorse naturali: il 71,4% fa abitualmente attenzione a non sprecare energia e il 68,8% allo spreco di acqua. Secondo l’Istat, inoltre, nel Mezzogiorno si è più propensi ad acquistare prodotti a chilometro zero (29,9%); mentre al Nord si evita soprattutto la guida rumorosa per mitigare l’inquinamento acustico (51,3%) e si usano di più i mezzi di trasporto alternativi (20,2%).

«I nostri propositi vanno nella direzione di ampliare sempre di più le buone pratiche. Ci concentreremo sulla cooperazione tra settori e vogliamo continuare nella sperimentazione delle tecnologie e delle pratiche più innovative», ha aggiunto Maretti. Oggi «l’agricoltura è chiamata sempre più a pensare e agire in maniera smart: fitopatie e insetti si possono prevenire con l’analisi dei dati che arrivano direttamente dal campo, si possono abbassare i consumi di acqua, diminuire i trattamenti e ridurre l’uso dei mezzi meccanici a beneficio della salute del suolo», ha spiegato il presidente di Legacoop Agroalimentare. «Buone pratiche e agricoltura di precisione sono oggi la risposta ai cambiamenti climatici e sono soluzioni applicabili a tutte le filiere, come quella zootecnica, ne sono un esempio Granarolo-Granlatte, e quella del miele con Conapi».

«Crediamo che la strada da percorrere sia quella di coniugare sviluppo economico e politiche ambientali. Un ruolo determinante lo giocano la ricerca scientifica e la tecnologia: tea (tecnologie di evoluzione assistita, ossia le tecniche di miglioramento genetico delle piante), droni, sensori, app e smart farming, sono ormai imprescindibili nella produzione di materia prima con sempre meno chimica e un uso più rispettoso delle risorse naturali”. “La tecnologia 4.0 è anche il valore aggiunto nella trasformazione per la produzione di cibo sano, sicuro e di altissima qualità, quale quello delle aziende e delle cooperative italiane, che possono svolgere il ruolo di aggregazione per facilitare la transizione tecnologica che spesso ha costi che non tutte le piccole realtà possono sostenere», ha concluso Maretti.

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