L’imperativo, emerso a conclusione dei questionari somministrati nella prima fase del progetto, era stato che serve sempre più consapevolezza. Il che tradotto, significa essere consapevoli di cosa si intenda per molestie o violenze sul luogo di lavoro per non sottovalutare un fenomeno troppo spesso ancora sommerso. Questo quanto emerso da “Buone pratiche per l’individuazione, la prevenzione e la gestione dei fenomeni di violenza e molestia sui luoghi di lavoro”, progetto messo a punto da Legacoop Fvg insieme con la direzione regionale dell’Inail e in collaborazione con Isfid Prisma. Iniziativa che ora, con la risposta data dalle cooperative interessate in questa fase, sta iniziando già a dare i suoi frutti.
Il progetto: “le buone pratiche”
Si tratta di un progetto che ha avuto il merito di far emergere comportamenti che risultavano “normalizzati” e quindi con difficoltà venivano segnalati ed affrontati. Rilevare, infatti, è solo il primo passo per approntare un sistema che deve intervenire a diversi livelli per essere realmente efficace. Obiettivo primario è far crescere la consapevolezza dei comportamenti che sono da considerarsi “molestie”, ma soprattutto adottare in modo non estemporaneo strumenti e modalità organizzative per prevenire, accogliere e intervenire in queste situazioni.
«Il sistema cooperativo – ha commentato la presidente di Legacoop Fvg, Michela Vogrig – vuole essere in prima linea su questi temi, a partire dalle cooperative che hanno creduto insieme alle loro socie e soci nell’importanza di questo progetto, perché solo con il coinvolgimento di chi lavora ogni giorno ed a tutti i livelli nelle nostre organizzazioni é possibile accrescere quella cultura del rispetto che é l’unico vero antidoto ad ogni forma di molestia e violenza. Ora vogliamo che il successo di questa esperienza pilota – continua –, che ha avuto il coraggio di partire da noi, in quanto nessun contesto può dirsi esente da questi fenomeni, diventi una azione di sistema per il mondo della cooperazione. Non possiamo parlare di violenza di genere solo nella giornata dedicata oppure in occasione di eventi drammatici, per poi spegnere i riflettori fino all’evento successivo o peggio all’ennesimo tragico epilogo. Il nostro impegno, dunque – conclude Vogrig – è di ampliare il più possibile il numero delle cooperative coinvolte e di far crescere quella rete di persone, organizzazioni ed associazioni che si impegnano concretamente a fare la propria parte ogni giorno».
I dati
Quasi un centinaio le lavoratrici (28%) e i lavoratori (72%) coinvolti nell’iniziativa in tutta la regione. Degli intervistati, il 16% ha dichiarato inizialmente di aver subito molestie o violenza(84% no; 16% sì). Percentuale che sale, invece, al 24% dopo aver ascoltato dall’intervistatore alcuni esempi di violenza o molestia (76% mai subita; 24% sì).
Il 46% del campione che riferisce di aver subito molestia ha dichiarato di averla subita da personale dipendente della propria impresa, mentre il restante 54% proviene da persone esterne quali clienti dei punti vendita, o pazienti e familiari nel caso di servizi alla persona.
Per quanto riguarda il tipo di molestia o violenza subita il 5% ha dichiarato il pedinamento, il 5% un comportamento a sfondo sessuale, il 5% battute o gesti sessualmente allusivi, il 9% minacce, intimidazioni, ricatti per aver respinto delle avance, il 9% frasi equivoche a doppio senso, il 13% apprezzamenti verbali sul corpo e/o sulla sessualità, il 18% contatti fisici non richiesti, il 36% battute e/o gesti volgari.
Complessivamente, l’81% descrive le molestie subite quali apprezzamenti verbali sul corpo e/o sulla sessualità, battute e gesti sessualmente allusivi, battute e/o gesti volgari, contatti fisici non richiesti, frasi equivoche e a doppio senso. Un dato che evidenzia quanto siano ancora frequenti alcuni modi di porsi nei confronti delle persone.