Legacoop Romagna, a Conselice (RA) ricordato alla presenza delle scuole l’eccidio delle mondine e dei braccianti

Non si spegne il ricordo dell’eccidio delle mondine e dei braccianti avvenuto 134 anni fa a Conselice, in provincia di Ravenna. L’anniversario è stato commemorato questa mattina alla presenza di diverse classi delle scuole medie, nel corso di un evento organizzato da Legacoop Romagna e Cooperativa Agricola Braccianti Massari, con il patrocinio del Comune. 

La storica e ricercatrice Laura Orlandini ha rievocato i terribili fatti di quel mercoledì 21 maggio 1890, quando le forze dell’ordine aprirono il fuoco sui manifestanti, uomini e donne, che scioperavano di fronte al municipio per chiedere pane e lavoro. Tre morti e una trentina di feriti furono il bilancio.

La manifestazione si è quindi spostata di fronte al vicino monumento, dove è stato reso omaggio alle vittime: Albina Belletti, mondina poco più che ventenne, uccisa con due colpi di revolver alla nuca; Annunciata Felicetti, risaiola, e Francesco Tabanelli, sarto. Circa una trentina di manifestanti riportarono gravi ferite.

Nel corso della mattinata sono intervenuti la Sindaca Paola Pula, il direttore della CAB Massari, Giampietro Sabbatani e il coordinatore provinciale dell’area di Ravenna di Legacoop Romagna, Mirco Bagnari. Alla iniziativa erano presenti il presidente di Promosagri, Stefano Patrizi, e diversi esponenti della cooperazione agricola del territorio.

«Il movimento cooperativo tutto, non solo quello agricolo, deve molto a quei martiri di 134 anni fa — ha detto Sabbatani —. Le cooperative dei braccianti, in particolare, sono nate dallo stesso sentimento di solidarietà tra lavoratori. Ricordiamo quei giorni per mantenere alta la guardia sui valori della nostra democrazia e perché ciò che accadde allora non debba succedere mai più».

«I principi della cooperazione sono gli stessi di allora: equità, giustizia sociale, lavoro, sicurezza del territorio — ha aggiunto Bagnari —. Oggi come allora la cooperazione è uno strumento per migliorare la vita delle persone e pensare al futuro della comunità. C’è un filo rosso che collega l’alluvione del 2023 con la situazione dell’epoca, la possibilità di mettere in sicurezza il territorio creando lavoro di qualità. La libertà di cui tutti beneficiamo oggi è figlia del sacrificio di chi seppe unire le forze di fronte alle prepotenze: per questo è importante trasmettere la memoria di quei fatti alle nuove generazioni».

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