Il 28 luglio di un anno fa il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si recò in visita a Ravenna per commemorare i cento anni dall’assalto fascista alla Federazione delle Cooperative.
Fu nella notte tra il 27 e il 28 luglio 2022, infatti, che ebbe luogo “l’incendio dell’ignominia”, l’assalto che le squadracce fasciste capeggiate da Italo Balbo diedero al palazzo Rasponi, dove oggi si trova la sede della Provincia. La scelta di quel luogo non fu un caso. La strategia eversiva di Mussolini e del partito fascista – che trovava in Balbo e Dino Grandi i principali referenti ed esecutori sul territorio – aveva preso a bersaglio circoli, cooperative e case del popolo in tutta la pianura padana.
Ma c’era un motivo in più per concentrare la violenza su Ravenna: la figura di Nullo Baldini, il grande pioniere socialista che nel 1883 aveva fondato la Associazione Generale degli Operai e Braccianti del Comune di Ravenna ed era poi diventato presidente della Federazione. Baldini era stato il fautore, assieme ad altri dell’epica impresa della bonifica di Ostia e dell’Agro Romano. Ravenna andava colpita perché rappresentava il simbolo della cooperazione e dei valori che rappresenta, quelli che sono poi diventati i valori costituzionali citati a più riprese dal Capo dello Stato durante la sua visita: la solidarietà, la centralità della persona, la crescita del lavoro come misura di dignità per ogni donna e ogni uomo. Sono valori che alimentano la democrazia e che sono alla base del ruolo che le cooperative hanno avuto durante l’alluvione e hanno ora nel percorso di ricostruzione.
Come ebbe a dire di fronte al Capo dello Stato il mio predecessore Mario Mazzotti: “Guardando la storia della Romagna e di Ravenna con gli occhi della cooperazione, si comprendono molte cose di questa terra. Si comprende perché, proprio qui, l’antifascismo fosse così radicato e perché si trasformò con la Resistenza e la lotta di liberazione in un grande fatto di popolo”.
È il motivo per cui, come ha ricordato lo stesso Mattarella, “La cooperazione è stata ed è un soggetto della democrazia economica, un vettore di progresso. Una protagonista, insieme ad altri, di quel sistema produttivo e di servizi plurale che ha reso la nostra economia tra le più avanzate al mondo”.