Molto partecipato il Seminario “Workers Buyout, quando i lavoratori salvano le imprese”, organizzato l’8 novembre da Legacoop Umbria, in collaborazione con l’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili della Provincia di Perugia, nella propria sede a Santa Lucia. Forte della propria esperienza negli ultimi anni, la Lega delle Cooperative umbra ha all’attivo 15 workers buyout che esprimono un valore della produzione di 80 milioni di euro. Queste realtà, attiva in settori diversi di produzione, sono tutte nate da iniziativa dei dipendenti che hanno preferito costituire delle cooperative per rilevare l’azienda – o un ramo di essa – altrimenti destinata alla chiusura, mantenendo l’attività produttiva ed il proprio posto di lavoro.
“Ci siamo chiesti – spiega Danilo Valenti Presidente di Legacoop Umbria – chi fosse l’interlocutore privilegiato per veicolare questa possibile soluzione d’impresa, quando c’è una crisi o un difficile ricambio generazionale. La risposta è stata ovvia, chi meglio dei Dottori Commercialisti che conoscono le reali situazioni delle imprese. Negli ultimi anni abbiamo salvato 386 posti di lavoro che rischiavano di scomparire, salvaguardando competenze e know-how, e con il rapporto diretto con l’Ordine dei Commercialisti vogliamo creare sinergie. Loro conoscono le reali situazioni economiche, le competenze all’interno delle stesse e possono prospettare questa soluzione in situazioni critiche”.
“Ogni interlocutore con la propria specificità – afferma Matteo Ragnacci di Legacoop produzione e servizi – ha spiegato i vari step del processo di salvaguardia delle imprese. In questa tipologia di impresa i lavoratori diventano imprenditori di se stessi associandosi in una cooperativa di lavoro”.
“Le percentuali dei fallimenti a dieci anni per questa tipologia di imprese – spiega Michele Pallini di Legacoop – sono inferiori al 15%, a fronte del 70%-80% di probabilità di fallire per le start up. I processi di WBO che vanno a buon fine consentono di evitare la disoccupazione e di creare nuova occupazione; preservano ricchezza, professionalità e competenze; ma sopratutto mantengono unità produttive sul nostro territorio”.