Il 26 gennaio scorso è stato rinnovato il contratto dei lavoratori delle cooperative sociali che ha introdotto delle importanti novità a beneficio dei lavoratori: un incremento di 120 ero al mese a regime, l’introduzione della quattordicesima mensilità, il potenziamento della maternità e altre tutele per le lavoratrici i lavoratori. In Umbria lavorano nelle cooperative sociali 9.500 persone, di cui il 80% donne con 1000 lavoratori diversamente abili e svantaggiati. Questi erogano servizi a favore di 80 mila cittadini.
Le organizzazioni sindacali e le centrali cooperative che costituiscono il Comitato misto paritetico della Cooperazione sociale Umbra – per Legacoop sociali Andrea Bernardoni; per Confcooperative Federsolidarietà Roberta Veltrini; per AGCI Imprese Sociali Gianfranco Piombaroli; per Fp Cgil Anna Magnani; Fisascat Cisl Valerio Natili; per FpCisl Marcello Romeggini; per UilFpl Monica Di Angelo; per Uiltucs Nicola Cassieri – hanno sottolineato in una conferenza stampa unitaria l’importanza di questo rinnovo, che qualifica il lavoro sociale e, a partire dal mese di febbraio, produce un incremento significativo delle buste paga di lavoratrici e lavoratori, erose dall’inflazione.
Il nuovo contratto ha un importante impatto anche sui bilanci delle cooperative. Dal mese di febbraio il costo del lavoro cresce del 4%, a regime aumenterà di oltre 13 punti percentuali. Questo significa che le cooperative sociali dell’Umbria registreranno un incremento dei costi nel solo 2024 di 10 milioni di euro che a regime, a fine 2025, salirà a 25 milioni di euro.
Considerando che in Umbria il 90% dei ricavi delle cooperative sociali deriva dalla domanda pubblica, sindacati e cooperazione hanno lanciato un appello a Regione, USL, Comuni e Prefetture: “Serve un tempestivo adeguamento delle tariffe dei servizi sociosanitari accreditati da parte della Regione Umbria e dei contratti in essere tra amministrazioni pubbliche e cooperative. Senza le risorse della Regione, delle USL e dei Comuni il comparto della cooperazione sociale andrà in crisi e sarà impossibile mantenere sia gli attuali livelli dei servizi che i livelli occupazionali”. È per questa ragione che sindacati e cooperazione hanno annunciato che la prossima settimana scriveranno a tutte le stazioni appaltanti pubbliche, invitandole ad adeguare, rapidamente e senza indugio, i contratti in essere.
“Il rinnovo di un contratto nazionale è un passaggio fondamentale e doveroso e ovviamente ha un peso non indifferente in un settore ad alta intensità di manodopera. Adesso – concludono i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle centrali cooperative – abbiamo fiducia nelle istituzioni, che dovranno fare la loro parte, proprio per valorizzare il punto di avanzamento raggiunto dalla contrattazione e per garantire almeno l’attuale livello di servizi pubblici essenziali e di occupazione, per salvaguardare la loro qualità e sicurezza. Il Comitato misto paritetico ha incontrato ANCI Umbria ed ha registrato apertura e disponibilità ad accogliere le nostre esigenze. Ha anche richiesto un incontro alla Giunta Regionale con la certezza di trovare un interlocutore attento alle esigenze dei lavoratori del sociale. Siamo fiduciosi anche perché nei prossimi giorni sarà in discussione in consiglio regionale una legge bipartisan dal titolo “Qualità del lavoro e dei servizi alla persona”, che indica con chiarezza la direzione che la Regione Umbria, dopo la pandemia, ha scelto di intraprendere”.