Legacoop Veneto. Granchio blu: in 2700 allo stadio di Porto Tolle per chiedere al Governo lo stato di emergenza

La proliferazione incontrastata del granchio blu sta distruggendo tutto, mettendo in ginocchio il settore della pesca e devastando l’ecosistema, con gravi conseguenze economiche, sociali e ambientali. Alla luce di questo scenario nel pomeriggio di ieri, giovedì 30 novembre, allo stadio “Umberto Cavallari” di Porto Tolle (Rovigo) si è tenuta un’assemblea pubblica organizzata dal Comitato Tecnico Interregionale sull’emergenza granchio blu dell’area del Delta del Po, costituito dai consorzi e dalle cooperative di acquacoltura, dai Comuni di Porto Tolle, Goro e Comacchio e dalle associazioni di rappresentanza.

Circa 2700 le persone partecipanti, tra pescatori, cittadini e istituzioni, per annunciare lo stato di agitazione e mobilitazione della categoria per cui da ora in poi seguiranno manifestazioni pacifiche e attività di sensibilizzazione già in programma in Veneto, in Emilia Romagna e anche a Roma, con l’obiettivo di spingere la politica a dichiarare lo stato di calamità.

Numerose le istituzioni presenti: oltre ai presidenti delle province di Ferrara e Rovigo, i sindaci di Goro, Comacchio, Porto Tolle, Mesola e Lagosanto. Non sono mancati nemmeno i rappresentanti delle associazioni nazionali e regionali di categoria, tra i quali Antonio Gottardo, responsabile del settore Agroalimentare di Legacoop Veneto, tra i primi e più tenaci promotori dell’appuntamento: «Non è ancora stato dichiarato lo stato di emergenza, non sono ancora arrivate le risorse per i consorzi, non ci sono prospettive certe per i settori dell’acquacoltura – ha evidenziato Gottardo –. Per questo come associazione di categoria oggi più che mai siamo a fianco dei pescatori e delle nostre cooperative: è ora che la politica faccia la sua parte e traduca le indicazioni ricevute dal territorio e dalle associazioni in azioni concrete».

La voce delle cooperative di pescatori si è fatta sentire anche tramite le parole di Luigino Marchesini, presidente del Consorzio di Scardovari (che comprende numerose nostre associate), e di Massimo Genari, presidente di Con.Uno, Consorzio Unitario Novellame: «Abbiamo raccolto oltre 10mila quintali di granchi di nostra iniziativa e a nostre spese – ha affermato Genari – e ora, senza più un reddito, non siamo nelle condizioni di continuare a raccoglierlo. Che ne sarà di noi e del nostro territorio? L’incontro di oggi è solo l’inizio, se necessario andremo a Roma per fare sentire la nostra voce e chiedere al Governo che ci riconosca lo stato di emergenza».

Una prospettiva rinforzata da Gianpaolo Buonfiglio, presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane pesca, che ha dichiarato: «Aperto lo stato di agitazione, fino a quando non avremo le risposte necessarie. Tutte le associazioni di rappresentanza sono unite, a partire dalla richiesta di un tavolo permanente tra Governo, Regione, Comuni, consorzi e associazioni, in grado di riconoscere la straordinarietà della situazione e attivare le misure necessarie».

Tra i rappresentanti istituzionali, intervenuti all’assemblea l’assessore con delega alla pesca della Regione del Veneto, Cristiano Corazzari, e Marcella Zappaterra, delegata dall’assessore della Regione Emilia Romagna Alessio Mammi.

Nel frattempo i consorzi e le associazioni di categoria sono stati convocati a incontrare lunedì 18 dicembre l’assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari opportunità della Regione del Veneto, Elena Donazzan, e mercoledì 20 dicembre il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia.

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