Paolo Felice è nuovamente alla guida di LegacoopSociali Fvg. In seguito al sesto congresso provinciale dell’associazione che raccoglie per Legacoop le cooperative sociali della regione, è stato confermato alla presidenza dal neo eletto Comitato direttivo regionale che ha anche scelto i nuovi dirigenti.
“I migliori auguri di buon lavoro al nuovo gruppo dirigente, che coniuga continuità e rinnovamento – ha commentato la presidente di Legacoop Fvg, Michela Vogrig –. La cooperazione sociale oggi più che mai assume un ruolo strategico nel promuovere lo sviluppo di ecosistemi territoriali in grado di promuovere la coesione sociale e contrastare le diseguaglianze. È necessario che il portato, anche culturale, di questo settore sia valorizzato, non solo in quanto gestore di servizi, ma come partner strategico fondamentale in grado di contribuire alla co-programmazione del sistema di welfare regionale”.
Oltre a Paolo Felice, che da 3 anni presidia le attività associative, sono state nominate Stefania Marcoccio (cooperativa sociale Cramars) in qualità di vice presidente vicaria e Alessandra Zannier (consorzio COSM) come vice presidente.
“In un momento storico in cui le disuguaglianze sociali e ambientali minano alla base la coesione sociale delle nostre comunità – ha spiegato il neo eletto presidente di LegacoopSociali Fvg, Paolo Felice –, la cooperazione sociale continua ad agire nei territori regionali in stretta sinergia con la pubblica amministrazione e con gli altri enti del Terzo Settore. Oltre 6 mila addetti delle cooperative associate – ha proseguito Felice – sono impegnati quotidianamente nei servizi dell’infanzia, delle politiche giovanili, delle dipendenze patologiche, degli anziani”.
Di fondamentale importanza secondo il presidente di LegacoopSociali Fvg il ruolo della cooperazione sociale nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, “garantendo la dignità di una vita economicamente e socialmente autonoma – ha chiarito – alle persone più deboli della società regionale come persone con disabilità fisiche, sensoriali, psichiche, in trattamento psichiatrico, con dipendenze patologiche, detenute e ammesse alle misure alternative alla detenzione”.
Ma la cooperazione sociale si rivolge anche a quelle persone che, pur non rientrando in categorie definite e facilmente censibili, subiscono processi di indebolimento e marginalizzazione a rischio di esclusione dal mondo del lavoro, come disoccupati di lungo periodo, immigrati, adulti soli con figli a carico, lavoratori over 40 espulsi dal mercato del lavoro. “Non ultimo – ha ancora proseguito Paolo Felice – l’impegno della cooperazione sociale nelle aree interne e nei territori marginali della nostra regione come agente di sviluppo locale irrinunciabile per la coesione sociale delle comunità”.
Se è evidente che la cooperazione sociale tiene, come emerso anche dai dati dell’ultimo congresso provinciale tenutosi a novembre scorso al Centro di accoglienza Balducci di Zugliano, ed è cresciuta così come il numero degli addetti, è altrettanto vero che esistono delle criticità che vanno affrontate. “Ci riferiamo in particolare – ha chiarito Felice – alla carenza di personale, educativo in primis, e al rinnovo del contratto nazionale in primis. Nello specifico, l’incremento del 15% del Ccnl per il biennio 2024-2025 trova ancora difficoltà di adeguamento dei contratti con le pubbliche amministrazioni, principale destinatario delle prestazioni di servizi. Un’importante opportunità sarà sicuramente rappresentata, negli anni a venire, dal Piano d’azione europeo sull’economia sociale. La storia e il ruolo della cooperazione sociale – ha concluso il presidente – rappresentano un pilastro dell’economia sociale futura ed è fondamentale che l’associazione e le cooperative sociali diano il loro contributo, evidenziando la peculiarità del sistema delle imprese sociali all’interno delle nostre società”.