Si è conclusa sabato 4 marzo 2023, con l’elezione per acclamazione del candidato unitario Simone Gamberini a nuovo presidente di Legacoop Nazionale, la due giorni del 41° Congresso nazionale Legacoop, dal titolo “L’impresa del futuro: cooperativa, per tuttə“. “Permettetemi di ringraziare Mauro Lusetti”, ha detto Gamberini rivolgendosi al presidente uscente, che termina il suo mandato dopo nove anni. “In questo tempo abbiamo costruito una metrica comune che ha avuto nella lealtà e nella condivisione i suoi tratti distintivi, anche in questi mesi di convivenza congressuale in giro per l’Italia. Siamo come due direttori che si scambiano la bacchetta di una meravigliosa orchestra“, è la calzante metafora usata da Gamberini per coronare il passaggio di consegne all’Auditorium Parco della Musica di Roma, che ha ospitato i lavori.
“Congratulazioni Simone, passo il testimone a un Cooperatore con la C maiuscola”, ha replicato Lusetti, “uomo d’esperienza e grande visione, che darà slancio alla nostra Associazione. Chiudo il mio mandato soddisfatto, orgoglioso, commosso. Arrivederci a tutti!”. “Dopo 10 anni, posso dire di aver contato su un capitale di persone passionali e competenti, che mi hanno sostenuto rendendo quest’esperienza ricchissima. Sono orgoglioso di aver diretto una prestigiosa organizzazione come Legacoop, aveva detto invece venerdì nel suo discorso di fine mandato, a tratti commosso, che ha dato il via alla prima giornata congressuale. Un appuntamento, aveva detto Lusetti, che “si inserisce in una fase di cambiamenti sociali enormi, in cui abbiamo la responsabilità di promuovere un modello di crescita sostenibile che si contrapponga a quello del mercato puro”.
Nella mattinata di sabato e nella serata di venerdì le relazioni dei delegati cooperatori. Sono intervenuti, tra gli altri, Katia De Luca, componente del board di Cooperatives Europe; Giuliano Poletti, già presidente dell’Associazione e ministro del Lavoro; Chiara Nasi, presidente di Cirfood; Francesco Malaguti, presidente di CAMST; Daniele Montroni, presidente di Legacoop Emilia Romagna; Andrea Laguardia, direttore di Legacoop Produzione e Servizi; Mauro Iengo, presidente di Legacoop Lazio; Rossana Zaccaria, presidente Legacoop Abitanti; Ivano Ghezzi, presidente del Gruppo Gran Terre Parmareggio; Roberto Negrini, presidente Legacoop Toscana; Riccardo Verrocchi, coordinatore nazionale di Generazioni Legacoop; Michele Schirru, coordinatore regionale Generazioni Legacoop Sardegna.
Ha aperto il Congresso, venerdì, il messaggio istituzionale del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “La cooperazione dà voce e anima ai princìpi di solidarietà contenuti nella Costituzione. La globalizzazione delle catene economiche di valore e, contemporaneamente, l’insorgere di nuove disuguaglianze sociali e territoriali aprono nuovi orizzonti di impegno al movimento cooperativo, nella fedeltà ai principi di mutualità che lo ispirano e lo esortano a essere uno dei protagonisti nel concorrere alle finalità proprie alla Repubblica”.
Anche la premier Giorgia Meloni ha rivolto il proprio augurio di buon Congresso con un messaggio: “La cooperazione ha dato vita a modelli di fare impresa capaci di tenere insieme lavoro, inclusione, solidarietà e innovazione. Ha saputo trovare risposte ai mutamenti economici e sociali, dando centralità alla persona e alla cura del territorio, contro lo sfruttamento del lavoro. È necessario separare nettamente chi fa buona cooperazione da chi fa falsa cooperazione”.
L’intervento di Raffaele Fitto, ministro per le Politiche Ue e il PNRR, ha preceduto venerdì mattina quello di Lusetti e ha fatto riferimento al dialogo intrapreso con Legacoop: “Portate con voi esperienza e valori indispensabili per il Paese”. Mentre la ministra del Lavoro Elvira Calderone ha definito la cooperazione il punto di incontro tra esigenze delle imprese e delle persone, in grado di rispondere bene alle crisi. “L’innovazione, l’inclusione, le politiche di genere sono vostre peculiarità che abbraccio in pieno”, ha concluso, aggiungendo che il workers buyout “è uno strumento centrale, difensivo in caso di crisi d’impresa e in parallelo nel caso di passaggio generazionale”.
Di cooperazione come asset fondamentale ha invece parlato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, “avete dalla vostra – ha aggiunto – questo governo e l’Italia intera”; l’assessora alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e Pari Opportunità di Roma Capitale, Monica Lucarelli, ha portato i saluti del sindaco Roberto Gualtieri e definito il ruolo dell’Associazione fondamentale nel modello di sviluppo sostenibile intrapreso per il governo della città di Roma.
Dopo i saluti di Ariel Guarco, presidente di ICA (International Cooperative Alliance), che ha ricordato l’ampiezza e l’importanza della consultazione mondiale sull’attualizzazione dei princìpi cooperativi, e di Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative e di Alleanza delle cooperative, e di Giovanni Schiavone, presidente AGCI e co-presidente di Alleanza, è intervenuto don Luigi Ciotti, presidente dell’Associazione Libera: “Non posso dimenticare che con il vostro sostegno è stato possibile creare il Consorzio Libera Terra, Abbiamo fatto tanta strada insieme e ancora tanta ce ne è da fare”.
L’impegno della cooperazione nel sostegno al popolo ucarino è stato ricordato da Yaroslav Melnyk, ambasciatore straordinario e plenipotenziario dell’Ucraina in Italia; la sottosegretaria all’Economia Lucia Albano ha sottolineato come la cooperazione metta al centro la persona e il lavoro.
Alla prima tavola rotonda, “Valore al Lavoro”, hanno partecipato le presidenti di Legacoop sociali Eleonora Vanni, e di Legacoop Bologna Rita Ghedini; Carlo Zini di CMB; il segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini, e Patrizio La Pietra, sottosegretario all’Agricoltura. Durante la seconda, dedicata a PNRR e sostenibilità, si sono confrontati Giovanna Barni, presidente di CulTurMedia; Alessandro Hinna, presidente di Consorzio Nazionale Servizi; Pierluigi Stefanini, presidente di Asvis (Alleanza per lo sviluppo sostenibile); Irene Tinagli, presidente della commissione Affari economici al Parlamento europeo; Alberto Bagnai, vice presidente della commissione Finanze della Camera.
Si sono quindi susseguiti gli interventi delle delegate e dei delegati. Tra questi, Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo, ha parlato della filiera cooperativa “che lavora a un nuovo patto tra chi produce, chi consuma, chi vende e chi scrive le regole, che consenta di sostenere i nostri lavoratori, proteggere gli animali e le nostre colture”, mentre il presidente di Coop Italia Marco Pedroni ha ricordato che “i prodotti della cooperazione di consumo sono sostenibili, sicuri, attenti alla legalità, accessibili a tutti. Siamo un sistema di impresa moderno e inclusivo che costituisce un forte vantaggio competitivo”.
Ha concluso la giornata Annalisa Casino, presidente della commissione Pari opportunità: “Abbiamo lavorato – ha detto – con i territori e i settori, per cambiare davvero la cultura e il linguaggio serve il contributo di tutti. Uno dei motivi per cui siamo cooperatori è perché vogliamo un mondo migliore, che sia inclusivo e per le pari opportunità”.
Infine, nel corso dei lavori è stato approvato il Manifesto programmatico del lavoro cooperativo, una carta dei valori sul futuro del lavoro in cooperativa che raccoglie in un unico strumento i nostri impegni.
A QUESTO LINK IL SERVIZIO DEL TG1 SUL 41° CONGRESSO LEGACOOP, EDIZIONE DELLE 13.30 DEL 3 MARZO.
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I principali articoli sul Congresso:
QUOTIDIANO NAZIONALE (4 marzo)
CORRIERE DELLA SERA BOLOGNA (5 marzo)
LA REPUBBLICA BOLOGNA (5 marzo)
- I DATI LEGACOOP
Dopo un 2021 di forte ripresa che ha registrato un sostanziale recupero dei livelli pre-Covid, nel 2022 per le cooperative aderenti a Legacoop si è evidenziato un rallentamento della crescita legato all’aumento dei costi e un crescente pessimismo sull’evoluzione dell’economia italiana. La domanda, però, tiene: il 45% delle cooperative ha aumentato il valore della produzione e quasi l’80% chiude l’anno con un utile di esercizio. Sono alcune delle tendenze di fondo che emergono dai dati presentati in apertura del Congresso. Legacoop conta oltre 10mila cooperative con un valore complessivo della produzione (al 2021) di 82 miliardi e 609 milioni di euro, circa 465mila occupati e 7,4 milioni di soci.
Secondo le stime sugli andamenti dell’anno, elaborate dall’AreaStudi di Legacoop su un campione rappresentativo dell’universo delle cooperative aderenti all’associazione, nel 2022, rispetto al 2021, il 45% delle cooperative ha aumentato il valore della produzione (tra queste, il 39% ha registrato un incremento che va dal 10% ad oltre il 15%), in modo più accentuato nei settori dell’industria delle costruzioni (56,3%) e delle attività manifatturiere (63,3%), nelle imprese di grandi dimensioni (82,9%) e, relativamente alla collocazione territoriale, al Centro (47,7%). Il valore della produzione resta stabile per il 41,7% delle cooperative e in diminuzione per il 13,3%. Quasi l’80% delle cooperative ha chiuso l’anno con un utile, con una concentrazione maggiore nei settori abitativo (91,7%), nell’industria delle costruzioni (90,6%), nell’agroalimentare (85,5%) e, sotto il profilo territoriale, nel Sud (87,7%). Il 26% ha aumentato l’occupazione (tra queste, il 17% ha visto incrementi dell’organico con valori che vanno dal 10% ad oltre il 15%), con una concentrazione più rilevante nell’industria, nella cooperazione sociale e nelle attività culturali (con oltre il 30% di cooperative che hanno aumentato l’occupazione), al Sud (28%) e nelle imprese di dimensioni maggiori (46,3%). L’occupazione risulta stabile per il 59,8% delle cooperative e in diminuzione per il 14,2%.
Le difficoltà di reperimento della manodopera rispetto ad un fabbisogno stimato di 11mila addetti nei prossimi 6 mesi; costo del credito aumenta per il 79% di chi chiede un finanziamento
Un quadro, insomma, complessivamente confortante sul quale pesano, però, diversi elementi di problematicità. Un accento particolare viene posto sulla scarsità e sulla difficile reperibilità di manodopera con competenze idonee alle mansioni richieste. Un problema che impatta negativamente, in particolare, su quel 26% di cooperative (con concentrazioni più elevate nelle attività manifatturiere, 40%, nell’industria delle costruzioni, 37,5%, nella cooperazione sociale, 30%; nelle grandi cooperative, 36,6%; al Nord, 29%) che nei prossimi 6 mesi prevede l’assunzione di nuove figure professionali, per il 39% delle quali con l’adozione del contratto a tempo indeterminato, per un fabbisogno complessivo stimato in oltre 11mila occupati. Le problematiche che le cooperative stanno riscontrando nel reperire manodopera riguardano, in maggior misura, la difficoltà nel trovare le professionalità ricercate (33%), la difficoltà di selezionare lavoratori con competenze adatte (27%), di selezionare lavoratori con un’esperienza adeguata (23%), le richieste salariali superiori rispetto a quanto offerto (17%). La ricerca di personale specializzato riguarda, principalmente, le aree produzione (52%), finanza/amministrazione (19%), marketing/commerciale (18%). Addetti alla fatturazione e alla contabilità, commercialisti e impiegati in amministrazione, esperti IT, giardinieri e geometri le figure più ricercate. Tra le principali motivazioni della ricerca di nuovo personale, le più frequenti sono il turnover (42%), la necessità di sopperire a carenze strutturali di manodopera (35%) e la necessità di far fronte all’aumento della domanda (29%).
Oltre al dato sulla ricerca di manodopera, influiscono negativamente l’aumento dei costi energetici (indicato dal 48% delle cooperative), delle materie prime e dei materiali (47%), l’insufficiente livello di liquidità a breve termine rispetto alle esigenze operative (26%) e gli impedimenti burocratici (18%). Un cenno a parte meritano i problemi riscontrati relativamente al credito. Negli ultimi mesi, il 33% delle cooperative ha richiesto un finanziamento che è stato ottenuto per l’importo richiesto nella maggioranza dei casi, ma con un aumento del costo del credito riscontrato dal 79%, un dato in crescita di 19 punti percentuali rispetto all’ultima rilevazione. Inoltre, il 32% lamenta un aumento delle condizioni accessorie, il 24% una dilazione nei tempi di concessione e un aumento delle garanzie richieste.
Gli andamenti dell’ultimo quadrimestre 2022 e le prospettive per i prossimi mesi
L’analisi relativa al terzo quadrimestre del 2022 evidenzia, rispetto allo stesso periodo del 2021, un aumento della domanda destagionalizzata per il 18% delle cooperative (3 punti percentuali in meno rispetto alla rilevazione precedente), con punte del 50% nel settore dell’abitazione, del 30% nelle attività manifatturiere e del 27,3% nelle costruzioni. Aumenta però, di ben 6 punti percentuali, la quota delle cooperative che registra una flessione (il 20%), con una tendenza che si conferma, con la stessa entità, anche rispetto al quadrimestre precedente. Sul fronte dell’occupazione, il 67% ha mantenuto stabili i livelli occupazionali; il 19% ha aumentato gli organici (-4 punti percentuali), con livelli più elevati della media nei settori industria delle costruzioni (27,3%), cooperazione sociale (26,1%) e attività manifatturiere (20%). A livello territoriale, da segnalare la performance del Sud, dove ha aumentato l’occupazione il 28% delle cooperative, e, a livello dimensionale, le medie (25,5%) e le grandi cooperative (26,8%). Occupazione in calo, invece, per il 13,5% delle cooperative. Da segnalare, infine, che il 78% delle cooperative ha giudicato invariato il proprio posizionamento nei mercati di riferimento.
Per quanto riguarda le prospettive per i prossimi 4 mesi, il 64% delle cooperative si aspetta un livello stazionario della domanda. Le previsioni di aumento, al 19%, pur se in calo di 4 punti percentuali, restano lievemente più elevate rispetto a quelle di diminuzione, al 17% (in crescita, però, di 6 punti percentuali). Livelli più elevati di fiducia in un aumento della domanda si registrano nei settori dell’abitazione (50%), della distribuzione commerciale (25%) e della cooperazione sociale (24,6%) e, su base territoriale, al Sud (26,3%).
Il sentiment dei cooperatori resta molto pessimista sull’evoluzione del contesto macroeconomico italiano. Ben il 43% delle cooperative si attende un calo dell’economia nei prossimi quattro mesi, anche se la consistenza di questa aspettativa al ribasso è in diminuzione di 7 punti percentuali rispetto a luglio 2022. Sul fronte dell’occupazione, il 70% delle cooperative la prevede stazionaria. Le previsioni di aumento, al 18%, pur in calo di 2 punti, rimangono tuttavia più elevate rispetto a quelle di diminuzione (12%). Le previsioni di crescita occupazionale registrano valori superiori alla media nei settori dell’industria delle costruzioni (30,3%) e della cooperazione sociale (22,5%).
Si conferma una propensione positiva agli investimenti, con un 26% delle cooperative che li prevede in crescita e un 56% stazionari, nonostante cresca di 3 punti, al 18%, la quota di cooperative che prevede un calo del volume degli investimenti. Le previsioni di aumento degli investimenti superiori alla media si registrano nei settori delle attività manifatturiere (33,3%), nella cooperazione sociale (32,4%) e nell’agroalimentare (29%).
Riguardo alle prospettive future, nonostante il diffuso pessimismo sulla situazione economica del Paese, le cooperative prevedono in misura maggiore un consolidamento delle attività ed una prospettiva di stabilità per il prossimo futuro. Solo il 10%, prevalentemente micro e piccole cooperative del Sud, dichiarano di essere a rischio chiusura o prevedono un ridimensionamento.
- I DATI SUL LAVORO COOPERATIVO
Dai dati INPS relativi al periodo 2015-2020 risulta che, se si esclude il lavoro agricolo, gli occupati nell’universo cooperativo rappresentano quasi il 10% del totale dell’occupazione di tutte le imprese italiane. Il 67% degli occupati totali opera nelle cooperative associate ad una delle tre maggiori organizzazioni di rappresentanza: Legacoop, Confcooperative e AGCI. Sotto il profilo della composizione dell’occupazione e della tipologia di lavoro offerto, l’analisi mostra differenze significative fra le cooperative aderenti ad una associazione di rappresentanza e quelle non aderenti:
– le donne, ad esempio, rappresentano il 60% dell’occupazione nelle cooperative associate a Legacoop rispetto al 43% nelle non associate;
– i lavoratori non comunitari si trovano invece in numero maggiore nelle cooperative non associate (18%) rispetto alla quota registrata in quelle associate (11%);
– i rapporti di lavoro a tempo indeterminato rappresentano l’80% nelle cooperative associate contro il 66% nelle non associate;
– i rapporti di lavoro a tempo determinato di durata inferiore a un anno non superano il 10% nelle cooperative associate, rispetto al 35% nelle non associate.
Profili remunerativi
Le stesse evidenze si registrano anche sotto il profilo remunerativo. La retribuzione media giornaliera degli occupati nelle cooperative associate a Legacoop risulta maggiore dell’11% rispetto a quanto rilevato tra le cooperative non associate.
In particolare, nel settore ricettivo e della ristorazione, dove nelle cooperative associate l’occupazione femminile rappresenta circa l’80% del totale, la differenza retributiva tra le operaie sfiora il 20% a favore di coloro che lavorano in una cooperativa associata. Allo stesso modo nel settore della logistica e trasporti, quello a maggior incidenza di lavoratori non comunitari, la differenza retributiva è del 12% a favore degli occupati nelle cooperative associate.
Tutto ciò a conferma del fatto che l’appartenenza ad una organizzazione di rappresentanza indica più qualità del lavoro e una maggiore valorizzazione delle persone.