Mondo accademico e professionale, pubblica amministrazione e organizzazioni di rappresentanza che promuovono e incoraggiano il cooperativismo insieme all’Università di Barcellona in una tre giorni che ha visto la partecipazione attiva di tutti gli agenti che influenzano il cambiamento del modello socio-economico. Un momento formativo importante di scambio reciproco che testimonia come il movimento cooperativo, i suoi valori e la sua realizzazione attraversino i confini dei singoli Paesi e come la cooperazione italiana, europea e mondiale abbia bisogno di queste connessioni.
Il direttore di Legacoop Produzione e Servizi Andrea Laguardia è intervenuto nella sessione del 6 luglio dedicata ai Poli Cooperativi portando le esperienze italiane del cooperare tra cooperative, principio che trova nell’Associazione uno strumento e un canale per realizzare progetti utili alle imprese e alle comunità, contribuendo a mettere a sistema e stimolare collaborazioni e scambi tra le imprese aderenti: dalla realizzazione di mascherine durante il lockdown, al mercato dei rifiuti in un’ottica di economia circolare, alla messa a sistema di progetti attraverso l’Open Innovation, fino alla forma consortile quale strumento di collaborazione e sviluppo.
L’Italia e l’Europa stanno vivendo un contesto socio economico difficile, caratterizzato dall’inflazione e dall’aumento dei costi delle materie prime che inevitabilmente creano gravi problemi all’intero tessuto economico. “In Italia – ha dichiarato Andrea Laguardia – molte nostre cooperative operano nel settore dei servizi per la pubblica amministrazione, servizi quindi essenziali – come le mense in ospedali, scuole e uffici pubblici – che le imprese faticano a continuare ad erogare a causa della mancanza di una revisione prezzi da parte della PA con conseguente effetto negativo a catena, che si ripercuote sui servizi, sui bilanci delle imprese e sugli stessi lavoratori, nei confronti dei quali non è possibile in questa condizione creare un sistema di aumento dei salari. Così come la stretta finanziaria che la BCE sta imponendo a tutti i Paesi, aumentando il costo del denaro, che inevitabilmente diminuisce la capacità delle cooperative di avviare forme di investimenti”.
“Nonostante le forti difficoltà – ha continuato Andrea Laguardia – è proprio nei momenti di crisi che emerge la forza della cooperazione, svolgendo un ruolo anticiclico rispetto all’economia capitalista; nei 140 anni dalla nascita di Legacoop il numero di nuove cooperative è aumentato nei momenti di crisi. L’esperienza dei workers buyout testimonia come quando l’impresa tradizionale fallisce i dipendenti possono rilevarla e diventarne proprietari in forma cooperativa. Sono testimonianze di forza e coraggio che si traducono in esperienze di successo dove le persone e il lavoro dignitoso sono al centro del fare impresa”.
Il direttore di Legacoop Produzione e Servizi ha concluso ringraziando la Confederazione catalana Coopcap per l’invito e auspicando che questa prima edizione ne veda delle altre in quanto “condividere esperienze, mettere a sistema il know how, dialogare sulle sfide che accomunano la cooperazione europea e mondiale per cercare insieme di disegnare il futuro del movimento cooperativo rappresenta la forza del fare cooperazione“.
Durante la mattinata del 7 luglio anche l’intervento della cooperativa lombarda “ènostra” nella sessione dedicata al Piano d’azione per le comunità energetiche. Chiara Brogi, tecnico CER e progetti di comunicazione di “ènostra” ha illustrato il modello della cooperativa, la sua storia e il passaggio fondamentale da fornitore a produttore, sottolineando l’importanza del percorso di coinvolgimento dei territori, anche insieme all’amministrazione locale, per arrivare alla costruzione delle comunità energetiche rinnovabili. Una testimonianza cooperativa Made in Italy di come rendere accessibili le energie rinnovabili con un modello di produzione e consumo sociale ed etico.
Durante l’ultimo giorno di UESCOOP Laguardia ha incontrato il Presidente della Confederazione delle Cooperative della Catalogna – Coopcat Guillem Llorens; un confronto molto interessante durante il quale sono stati illustrati i modelli organizzativi delle rispettive Associazioni e affrontato il tema dell’economia sociale e di come sia importante costruire alleanze nel movimento cooperativo europeo per arrivare ad una definizione che non escluda nessun settore della cooperazione e allo stesso tempo evitare il “social washing “ da parte di imprese con finalità di lucro.
Parte dell’incontro è stata dedicata al confronto tra i due modelli di rapporto pubblico/ privato: il governo Catalano investe molto nella promozione del modello cooperativo attraverso fondi economici a cui le cooperative possono attingere per progetti di sviluppo. Comuni i problemi legati alla gare al massimo ribasso e alla burocrazia e ritardi della pubblica amministrazione.
“La storia della cooperazione di lavoro spagnola – ha commentato Laguardia – ha le stesse radici di quella italiana, che hanno permesso a milioni di persone nel modo di trovare nell’autorganizzazione del lavoro in forma cooperativa un modo di vivere dignitoso attraverso il lavoro. Temi straordinariamente attuali, la cooperazione di lavoro può rappresentare una risposta ai nuovi bisogni del mondo del lavoro, in Italia come in Catalunya, come nel mondo”.
Laguardia ha potuto inoltre incontrare i soci di una giovane cooperativa spagnola, Tandem go, che hanno realizzato una piattaforma per la gestione dei rapporti di lavoro nelle cooperative per la gestione delle tasse, nata da uno spin off di Tandem social, importante cooperativa sociale delle catalana.