La Commissione Europea ha annunciato di recente l’approvazione e l’avvio dei progetti legati alle “carriere blu”, tra i quali il progetto transnazionale BOUTCAR – Blue jobs through blue careers, che mira a sviluppare nuovi profili professionali e competenze nell’ambito della Blue Economy, con l’obiettivo di garantire l’occupabilità degli operatori della pesca e dell’acquacoltura ma anche per favorire l’avvicinamento delle nuove generazioni alle professioni del mare. Finanziato dal Fondo europeo per le Attività marittime, la Pesca e l’Acquacoltura, il progetto coinvolge un’ampia rete di soggetti pubblici e privati che, nell’arco di 36 mesi, saranno impegnati nell’identificazione di profili professionali e competenze, nella sperimentazione di pacchetti didattici ma anche nello sviluppo di un network dell’istruzione e della formazione professionale nella Blue Economy. L’Italia è capofila del partenariato, capitanata dall’Ente Demetra Formazione, insieme a Legacoop Agroalimentare Nord Italia, Mare Società Cooperativa e l’Università di Bologna – Dipartimento Scienze Mediche Veterinarie, cui si aggiungono a supporto dell’iniziativa progettuale, l’Assessorato Agricoltura, caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna, l’Associazione Mediterranea Acquacoltori, il Consorzio Mitilicoltori dell’Emilia-Romagna, la CGIL/FLAI, la SIRAM – Società Italiana ricerca applicata alla molluschicoltura ma anche le due società proponenti gli impianti eolici offshore lungo la costa emiliano-romagnola AGNES ed ENERGIA WIND 2000.
Il settore della pesca sta attraversando una profonda crisi con una drastica riduzione della flotta peschereccia, in particolare di quella a strascico, causata da una serie di fattori, tra i quali l’impennata dei costi energetici o le conseguenze legate alle politiche di sostenibilità dell’UE, che si ripercuotono inevitabilmente anche sull’occupazione. Sono 25.000 gli occupati del comparto ittico (fonte UE – 2020) con una contrazione di oltre il 38% negli ultimi vent’anni. A questo si aggiunge anche l’invecchiamento dei lavoratori nel settore della pesca: oltre il 58% della forza lavoro ha un’età compresa tra 40 e 64 anni e con il 7% dei pescatori con un’età superiore ai 65 anni. In Italia, e più precisamente in Adriatico, il focus di interesse è collegato al Piano di Gestione dello Spazio Marittimo (in ottemperanza alla Direttiva 2014/89/UE) che, oltre a definire le aree destinate all’acquacoltura, le aree di tutela biologica ma anche i siti di interesse comunitario prevede la realizzazione di impianti eolici offshore lungo la costa emiliano-romagnola. Ed è in questo contesto che il partenariato italiano intende lavorare al fine di favorire il più ampio coinvolgimento e la partecipazione attiva dei pescatori e degli acquacoltori dell’Emilia-Romagna, attraverso l’identificazione delle nuove opportunità professionali legate alle attività di pesca e dell’acquacoltura nel contesto delle aree destinate all’eolico offshore, favorendo la capacità di adattarsi ai cambiamenti in atto e ai nuovi lavori blu che potrebbero emergere sulla costa in base alle nuove forme di utilizzo del mare e del suo ecosistema. Oltre ai partner italiani partecipano al progetto l’Associazione europea delle organizzazioni Nazionali della pesca Europêche, l’Università di Patrasso, la Cooperativa spagnola degli armatori della pesca di Vigo (ARVI) il Centro di formazione professionale spagnolo Folgado ed il centro di formazione professionale greco E-SCHOOL.