Dopo l’invasione del granchio blu, ad aggravare ulteriormente la situazione nel settore pesca e acquacoltura veneto è arrivata la mucillagine. Legacoop Veneto, insieme alle altre sigle del movimento cooperativo, ha segnalato la situazione di emergenza al ministero dell’Agricoltura e chiesto la convocazione del Distretto di Pesca Nord Adriatico.
Comparsa inizialmente nell’alto adriatico, la mucillagine è scesa infatti anche al largo delle coste venete, rendendo impraticabile la pesca a strascico e costringendo le barche a rientrare senza pescato e con le reti danneggiate.
Secondo gli specialisti dell’Arpav, l’agenzia regionale per la protezione ambientale del Veneto, la causa risiederebbe nelle intense precipitazioni recenti che, tramite i fiumi, hanno arricchito il mare di nutrienti. Questi, combinati con le elevate temperature, hanno probabilmente stimolato la proliferazione di fioriture di specie di fitoplancton capaci di rilasciare sostanze mucillaginose.
«Il nostro mare risente dei cambiamenti climatici. Non è più un’ipotesi, è una realtà – afferma Antonio Gottardo, responsabile del settore Agroalimentare e Pesca di Legacoop Veneto –. La volontà degli operatori del comparto, alle prese con un’emergenza dietro l’altra, è quella di lavorare, non di vivere di sussidi. Cercheremo di mettere in campo tutte le azioni possibili, in primo luogo per verificare che si tratti veramente di mucillagine e individuare con certezza il problema. Ci concentreremo poi sui possibili provvedimenti attuabili nel caso di un fermo pesca volontario anticipato da parte delle imbarcazioni che non riescono più a lavorare».
Il fermo pesca tecnico obbligatorio scatterà infatti mercoledì 31 luglio, ma resistere fino a quella data, nelle attuali condizioni, potrebbe essere un problema per i pescatori.