Nasce nell’ex Stazione di Capaci (PA) il museo immersivo “Must23”. Gamberini: non abbassare la guardia

Nasce MuST23, il Museo Stazione 23 maggio a Capaci (Palermo), nella cittadina che 32 anni fa per il mondo, diventò sinonimo di strage.

Addiopizzo Travel e Capaci No Mafia presentano il primo step di un museo immersivo, che mira alla creazione di uno spazio di fruizione culturale permanente. Finanziato in gran parte da Invitalia (con la misura cultura crea 2.0) e da Legacoop e Coopfond, MuST23 non è un museo sulla mafia, né tantomeno sulla strage del ‘92, ma un luogo dove la storia si racconta per comprenderne le dinamiche e ricostruire un senso. L’obiettivo è quello di raccontare 32 anni di lotte, di successi, anche di delusioni nella lotta alla mafia. Raccontare un territorio che non è solo un pezzo di autostrada saltato per aria.

Lo spazio utilizzato è quello dell’ex stazione ferroviaria di Capaci, concessa in comodato d’uso gratuito da RFI (Rete Ferroviaria Italiana).

In particolare, nello spazio dello scalo merci in disuso sono stati allestiti cinque container dai colori accesi: due sono sale immersive con visori e realtà virtuale per “entrare” in autostrada immediatamente dopo l’esplosione, ascoltare testimonianze, guardare immagini di repertorio; un terzo container contiene nove monitor per vedere e ascoltare le parole di Giovanni Falcone; quindi il bookshop, e il polo di fruizione culturale permanente e bookstore curato da Feltrinelli. Infine, un’area sarà dedicata alla mostra fotografica L’eredità di Falcone e Borsellino” ideata e realizzata dall’Ansa, media partner del progetto.

Dodici visori Meta Quest3 consentiranno di essere proiettati, grazie alla realtà virtuale, in autostrada nei secondi immediatamente successivi all’esplosione. L’esperienza, ideata da MuST23 e realizzata dalla cooperativa Mediterranei, dura circa 20 minuti e permette di ascoltare le testimonianze dei sopravvissuti, dei soccorritori, dei primi testimoni. Interagendo con gli oggetti presenti in autostrada, infatti, partiranno filmati di repertorio dagli archivi della Rai, media partner del museo. Le voci di fondo che si sentono sono i messaggi radio autentici della polizia, tratte da “Voci di Capaci”, il documentario di Ernesto Oliva e Antonio Prestigiacomo.

“L’inaugurazione – ha dichiarato il presidente Legacoop Simone Gamberini -, a 32 anni dalla strage mafiosa di Capaci, di un Museo destinato a conservarne viva la memoria è un segno tangibile, una testimonianza preziosa della volontà di coltivare e far crescere l’eredità di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tanti altri che hanno lottato per affermare la cultura della legalità e il rispetto dei diritti. Legacoop e le cooperative del sistema hanno sostenuto il prezioso impegno della cooperativa Addiopizzo Travel e dell’Associazione Capaci No Mafia ETS che, con il supporto di Invitalia, ha permesso la realizzazione di Must 23. La sua funzione di centro di aggregazione e di realizzazione di attività culturali sarà fondamentale per alimentare la consapevolezza della necessità di non abbassare mai la guardia contro la violenza e il ricatto della mafia”.

“Must23 rappresenta un patrimonio culturale di memoria condiviso, radicato, attualizzato e proiettato verso il futuro – ha commentato Giovanna Barni, presidente CulTurMedia -. Non poteva che avere origine e forma cooperativa perché la cooperazione rappresenta anch’essa un patrimonio intergenerazionale, culturale, strettamente legato ai territori, che guarda ad un nuovo umanesimo all’insegna dei migliori. Grazie a tutte le cooperative coinvolte e in particolare ad Addiopizzo Travel e alle istituzioni di questo progetto partecipato e della sfida di cui è portatore”.

“MuST23 nasce per diversi motivi e con diversi obiettivi – dice Dario Riccobono, direttore responsabile di MuST23 – vogliamo che la figura di Giovanni Falcone non venga dimenticata; e vogliamo raccontare quel 23 maggio ‘92 per quello che è stato per noi, l’inizio di un cammino di riscatto e di liberazione. L’obiettivo è quello informare, educare ma anche emozionare. Scuotere le coscienze per spingere all’impegno. Conoscere quello che successe oltre 30 anni fa, quando nessuno degli studenti di adesso era ancora nato, riduce il rischio di indifferenza alle mafie”.

Secondo il presidente di Legacoop Sicilia, Filippo Parrino, questa iniziativa “ci impone un impegno continuo per far crescere il museo, la cooperazione oggi lo sostiene anche economicamente, ma da domani sarà un luogo preferito nei percorsi e nelle visite dei cooperatori italiani, per vivere la memoria e la legalità”.

Infine, Massimiliano Lombardo, responsabile CoopCulture Sicilia, ha fatto sapere che “CoopCulture sostiene con convinzione MuST23. Un museo creato in dialogo con il territorio, un’esperienza di rigenerazione che colma il vuoto di un luogo che torna a servire la comunità”.

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