Gaudete omnes, habemus planum! È stato finalmente presentato (in bozza) al Consiglio dei ministri il Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) che specifica come l’Italia intende spendere i soldi che saranno messi a disposizione del paese dal Next Generation-EU (NG-EU) nei prossimi sei anni. Una volta approvato dal Consiglio dei ministri, verrà presentato in Parlamento e poi formalmente in Europa, anche se da un punto di vista informale i contatti tra i nostri tecnici e la task force istituita nella Commissione vanno avanti da mesi. E infatti non si capisce bene perché il governo ci sia rimasto seduto sopra così a lungo, secretandone i contenuti e prendendosi continue critiche sui ritardi, quando in realtà si sapeva che il lavoro del comitato tecnico (Ctv) incaricato di predisporlo per conto del Comitato interministeriale per gli Affari europei era già molto avanti.

La lettura delle 125 pagine del Pnrr suscita due impressioni contrastanti. Primo, il Piano è ben fatto e coerente al proprio interno. Individua correttamente le molte debolezze del sistema Italia e specifica come le risorse del NG-EU possano contribuire a risolverle. Alcune proposte restano vaghe, ma nella maggior parte dei casi il Piano è abbastanza concreto, si capisce cosa si intende fare. I contenuti più specifici – come il riparto dei fondi per grandi aeree – verranno ora giustamente sottoposti a esame critico da parte del Parlamento, ma l’impressione generale è favorevole. La seconda impressione, però, nasconde un timore: speriamo che non si tratti solo di un libro dei sogni. Se i sogni diventeranno realtà, dipenderà molto dalla capacità di gestione del Pnrr.

FONTE: https://www.trend-online.com/ PUBBLICATO IL 9 DICEMBRE 2020