Nuovo dpcm: le novità annunciate dal ministro Speranza. Stop spostamenti tra regioni e asporto dalle 18, riaprono i musei

Divieto di spostamenti tra regioni anche in zona gialla, stop all’asporto dai bar a partire dalle 18, ricevere a casa massimo due persone non conviventi, entrano in area arancione tutte le regioni a rischio alto. Queste le principali novità del dpcm che il Consiglio dei ministri delle 20,30 dovrebbe emanare mercoledì 13 gennaio alle 20,30 in sostituzione, dal 16 gennaio, del precedente testo in scadenza e annunciate oggi in Aula dal ministro della Salute Roberto Speranza durante l’informativa resa a Montecitorio che replicherà alle 15 in Senato. Inevitabile, ha spiegato, prorogare al 30 aprile lo stato di emergenza che scade il 31 di gennaio; questa decisione dovrebbe entrare in un decreto legge da trasmettere poi al Parlamento per la conversione. Giovedì 14 gennaio una nuova riunione della squadra di governo dovrebbe chiedere al Parlamento l’autorizzazione a un ulteriore scostamento di bilancio di 24 miliardi, da compensare con le risorse del Recovery Plan, per finanziare un decreto legge con altre misure di ristoro delle attività colpite, oltre che la Cassa integrazione.

Ancora, ha annunciato il ministro, l’esecutivo introdurrà una quarta area, oltre a quelle rosse, arancioni e gialle (confermate anche nella prossima normativa): un’area bianca, che potrà scattare solo con livelli epidemiologici molto bassi, incidenza sotto i 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti, Rt sotto 1 e indice di rischio basso, dove le limitazioni saranno relative alle regole fondamentali del distanziamento e dell’utilizzo delle mascherine. “È difficile – ha messo in guardia – che questa area possa scattare nel breve, ma iniziamo a indicare un percorso di speranza per i mesi a venire“. Obiettivo del governo, ha aggiunto, anche riaprire i musei “come luogo simbolico della cultura del nostro Paese” nelle zone gialle, ovvero a basso rischio.

Appello di Speranza, che ha confermato la possibilità, una volta arrivato un numero maggiore di dosi di vaccino, di aumentare il numero delle vaccinazioni giornaliere, è stato quello di tenere la salute degli italiani “fuori e lontana dalla battaglia politica, da vere o presunte tensioni elettorali”, invitando a “una forte e leale collaborazione istituzionale, un Paese intero che si stringe a coorte è certamente anche la via maestra per essere vicini ai nostri medici, infermieri, personale sanitario, che ogni giorno da mesi combattono in prima linea e che in queste ore sono impegnati in modo straordinario anche nella campagna di vaccinazione. Dobbiamo ringraziarli tutti”.

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