A Roma la prima Direzione Nazionale Legacoop del nuovo mandato. Gamberini: riparte la macchina, priorità alla ripresa delle relazioni con le istituzioni, tutela del nostro settore, cooperazione come attore centrale per il futuro del Paese

Si è svolta mercoledì 5 aprile a Roma la prima Direzione nazionale di Legacoop sotto la guida del neo presidente Simone Gamberini e del nuovo direttore Gianluigi Granero. Durante la riunione è stata eletta la nuova Presidenza Nazionale (in allegato l’elenco completo dei componenti con le deleghe assegnate), è stata istituita la Commissione Pari Opportunità ed è stato presentato il IV Rapporto nazionale sulla cooperazione redatto dall’Area Studi Legacoop in collaborazione con Prometeia. Il direttore ha inoltre illustrato gli obiettivi e i punti cardine del documento di mandato approvato il 3 e 4 marzo a Roma durante il 41° Congresso, e valido per i prossimi quattro anni. La nuova Presidenza nominata procederà nelle prossime settimane all’approvazione del Piano di Lavoro, che sarà presentato durante la prossima Direzione, in programma il 3 maggio.

Attilio Dadda, presidente di Legacoop Lombardia, è stato eletto vicepresidente vicario; Claudio Atzori, presidente di Legacoop Sardegna, è vicepresidente con delega alla promozione della cooperazione al Sud; Roberto Negrini, presidente di Legacoop Toscana, vicepresidente con delega alla cultura cooperativa. Vicepresidenti senza deleghe sono Francesca Federzoni, di Politecnica; Daniele Montroni, presidente di Legacoop Emilia-Romagna; Eleonora Vanni, presidente di Legacoopsociali. 

Altre deleghe sono state assegnate ai seguenti componenti della Presidenza: cultura e creatività a Giovanna Barni, presidente CulTurMedia Legacoop; politiche industriali a Dimitri Buzio, presidente Legacoop Piemonte; revisione della legislazione cooperativa a Mauro Iengo, presidente di Legacoop Lazio; promozione delle cooperative di comunità a Carmelo Rollo, presidente di Legacoop Puglia; buon lavoro cooperativo a Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna.

Ad aprire la mattinata la relazione di Gamberini. “È importante essere qui oggi per confrontarsi partendo da ciò che ci siamo detti durante il Congresso, un momento che ci ha consentito di interloquire tra noi e con le istituzioni. Oggi riprendiamo alcuni temi rimasti in sospeso”, ha spiegato. “In quest’ultimo mese abbiamo cercato di far ripartire la macchina organizzativa mettendoci nelle condizioni di riattivare da subito la nostra azione sui tanti tavoli aperti a livello nazionale. Abbiamo ripreso le relazioni con il governo e le altre associazioni di rappresentanza presentando un gruppo dirigente e un programma di mandato, che è quello che abbiamo ereditato dal Congresso, e costruendo con i vari interlocutori un percorso e delle alleanze che dovranno essere rappresentative di questo mandato”.

“Non potevamo esimerci dall’affrontare con i nostri compagni di strada dell’Alleanza delle cooperative le riflessioni che il nostro Congresso ha condiviso, cercando di creare le condizioni per far ripartire il cantiere. Per questo motivo il primo incontro che abbiamo svolto come Presidenza è stato con loro, per capire insieme come muoverci nel prossimo futuro: il motto sarà ‘uniti nella rappresentanza, autonomi nell’organizzazione’. Nei prossimi mesi avvieremo con la Presidenza la definizione del Piano di lavoro dell’Alleanza, ridefiniremo le relazioni per trovare una quadratura e regole minime all’attività comune sui territori e nei settori. Abbiamo inoltre riconosciuto la necessità di allargare il campo e il sistema di alleanze che la cooperazione deve stabilire con altri soggetti della rappresentanza e dell’ecosistema sociale italiano per dare più forza alla nostra azione”.

L’agenda su cui la rappresentanza cooperativa si dovrà concentrare già da subito è molto ricca, ha sottolineato il presidente, perché “sono moltissimi i temi di attualità che ci coinvolgono e devono vederci impegnati in prima linea come movimento cooperativo”: appalti, riforma fiscale, superbonus, avvio delle prime riflessioni sul Documento di economia e finanza (DEF). “Sul superbonus abbiamo ottenuto alcuni correttivi che arginano la situazione critica causata dallo stop alla cessione dei crediti in alcuni settori. Sugli appalti abbiamo costruito una serie di proposte articolate che hanno portato ad alcune modifiche, non tutte però recepite: bene che le stazioni appaltanti siano state qualificate e strutturate attraverso aggregazioni, ma non si sono fatti passi avanti sulla revisione dei prezzi, l’offerta economicamente più vantaggiosa, gli strumenti consortili. C’è preoccupazione anche per l’entrata in vigore delle nuove regole in un tempo molto breve, il rischio è che le stazioni appaltanti restino bloccate”. Sulla riforma fiscale “stiamo portando avanti una interlocuzione molto approfondita: quello che ci preoccupa è che c’è il rischio di mettere in discussione tutto il sistema di facilitazioni e incentivi fiscali legati alle cooperative. Dire in modo vago che si andrà a rivedere tutto il sistema di agevolazioni, e poi sotto traccia far capire che anche quelle che riguardano la cooperazione sono in discussione, è un tema che dovremo sicuramente chiarire con il governo”.

Sul PNRR: “Si tratta di un’opportunità straordinaria che siamo riusciti a conquistare, con risorse straordinarie, ma il dato ad oggi è che solo il 6% dei fondi è stato speso e che siamo a un sostanziale blocco degli investimenti, l’istituzione della Cabina di regia non ha sortito benefici. L’idea di riunire le politiche di coesione e il Repower EU in un’unica politica di investimenti potrebbe dare effetti positivi sulla crescita del Paese. Sull’evoluzione del PNRR deve esserci un presidio continuo delle associazioni e delle rappresentanze e per questo abbiamo chiesto al ministro per gli Affari europei Fitto di fare incontri sul Piano. Dalla spesa di queste somme dipenderanno molte riforme del governo. In questa situazione dobbiamo lavorare per proteggere al meglio le nostre imprese”.

Molto positivo l’incontro avvenuto la settimana scorsa con il ministro delle Imprese Adolfo Urso, ha fatto sapere Gamberini, “perché ci ha consentito di ottenere la riapertura della discussione sulla revisione del sistema di vigilanza sulle cooperative, con un mandato esplicito e chiaro al sottosegretario Massimo Bitonci, che ha la delega alla cooperazione, a riaprire il tavolo con le associazioni maggiormente rappresentative del mondo cooperativo. Verrà inoltre convocata, dopo due anni di stop, la Commissione centrale sulla vigilanza, cercando di arricchirla con nuovi strumenti per avere un ruolo importante”.

“Il documento di mandato contiene elementi di visione strategica, fissa degli obiettivi e in alcuni casi anche delle azioni”, ha invece spiegato il direttore Granero. “Insieme alla Presidenza, una delle prime cose che dovremo fare, dal punto di vista logico, è appunto la programmazione del nostro lavoro definendo con chiarezza obiettivi, azioni e tempi delle cose che dovremo fare, compresa la definizione dell’organigramma. Da domani inizieremo inoltre un lavoro di ascolto dei territori, che porterà auspicabilmente alla definizione di una nuova organizzazione di Legacoop, che avrà il suo momento di formalizzazione attraverso la conferenza programmatica che il presidente ha annunciato già al Congresso”.

Quanto al contenuto del documento di mandato, il direttore ha ricordato gli indirizzi su cui questo si basa: favorire lo sviluppo sostenibile, l’autoimprenditorialità e l’auto-organizzazione dei cittadini; aggiornare la posizione di Legacoop come organizzazione, “dando forte impulso all’azione di rappresentanza e di lobby”; favorire politiche di genere e di ricambio generazionale; promuovere la legalità, principio a cui Legacoop e le sue cooperative si ispirano nell’agire quotidiano; lottare per il lavoro di qualità come leva essenziale per affermare la distintività e lo sviluppo della forma cooperativa; promuovere il modello cooperativo come vettore di inclusione economica e sociale.

“Secondo il mandato che ci siamo dati”, ha spiegato Granero, “il movimento cooperativo italiano dovrà rappresentare un pilastro del Piano d’Azione europeo per l’economia sociale, che ha l’obiettivo di riconoscere il valore e la capacità trasformativa di questo comparto. Dovremo farlo”, ha spiegato, lavorando a un “più largo sistema di alleanze, ampliandone il tradizionale perimetro e creando rapporti con il variegato mondo delle imprese che popolano il mondo dell’economia sociale, con le organizzazioni del lavoro e tessendo alleanze di progetto con altre organizzazioni di impresa”.

Componente fondamentale del mandato è inoltre il manifesto per il buon lavoro cooperativo redatto da Legacoop e illustrato durante il Congresso, che dovrà portare, tra l’altro, alla sperimentazione di linee guida sulla partecipazione democratica dei lavoratori e all’affermazione dei diritti delle donne sul lavoro, nonché all’introduzione di una legge sulla rappresentanza e sul salario minimo orario e di un piano nazionale per la formazione e le competenze.

Altri elementi centrali del mandato saranno il percorso verso un welfare integrato sviluppato in ambito cooperativo che metta al centro persone, territori e comunità; il dialogo con le istituzioni per una sanità che sia fondata su assistenza e prossimità; l’impegno per la legalità e l’etica, in primis con le pratiche di rivalutazione e riuso delle aziende confiscate alle mafie; la sfida dell’innovazione e del mutualismo digitale, supportando la costruzione di piattaforme digitali cooperative con un ruolo da protagonista della Fondazione PICO; la valorizzazione delle filiere, dei legami di territorio, del valore del “cooperare tra cooperative”; un piano nazionale per la promozione cooperativa e una revisione organica delle legislazione sulle cooperative; il rafforzamento della dimensione internazionale del movimento.

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