Dopo il via libera della Commissione europea arrivato il 22 giugno, è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale di sabato 1° luglio il decreto del ministero dell’Agricoltura che fornisce le direttive necessarie all’attuazione della misura Parco Agrisolare, Missione 2, componente 1, investimento 2.2 del PNRR, tramite l’erogazione di un contributo a fondo perduto per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, con dotazione di circa un miliardo di euro. Il testo istituisce il nuovo regime di aiuti per interventi su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, e fra le altre cose prevede: 80% di contributo a fondo perduto per le imprese agricole di produzione primaria su tutto il territorio nazionale nei limiti dell’autoconsumo, con la nuova fattispecie dell'”autoconsumo condiviso”; fino all’80% di contributo a fondo perduto e possibilità di vendita dell’energia prodotta sul mercato, senza vincolo di autoconsumo, per le imprese di trasformazione di prodotti agricoli. Gli interventi agevolativi saranno attuati con provvedimenti successivi che individueranno le spese ammissibili, la forma e l’intensità delle agevolazioni, i termini e le modalità per la presentazione delle domande, i criteri di valutazione.
Sono soggetti beneficiari: imprenditori agricoli, in forma individuale o societaria; imprese agroindustriali, in possesso di codice ATECO; indipendentemente dai propri associati, le cooperative agricole e le cooperative o loro consorzi; associazioni temporanee di imprese (A.T.I.), raggruppamenti temporanei di impresa (R.T.I), reti d’impresa, comunità energetiche rinnovabili (CER).
Per le aziende agricole di produzione primaria, gli impianti fotovoltaici sono ammissibili agli aiuti unicamente se l’obiettivo è quello di soddisfare il proprio autoconsumo, ovvero l’autoconsumo condiviso nel caso in cui le stesse aziende siano costituite in forma aggregata. La vendita di energia elettrica è consentita nella rete purché sia rispettato il limite di autoconsumo, o di autoconsumo condiviso, annuale. In particolare, la misura mira a finanziare progetti che prevedono l’acquisto e la posa in opera di pannelli fotovoltaici sulle coperture di fabbricati strumentali all’attività dei soggetti beneficiari, compresi quelli destinati alla ricezione ed ospitalità nell’ambito dell’attività agrituristica.
Unitamente a questa attività, possono essere eseguiti uno o più dei seguenti interventi di riqualificazione ai fini del miglioramento dell’efficienza energetica delle strutture: rimozione e smaltimento dell’amianto dai tetti; realizzazione dell’isolamento termico dei tetti; realizzazione di un sistema di aerazione connesso alla sostituzione del tetto. Gli interventi agevolativi saranno attuati con provvedimenti successivi che individueranno, oltre a quanto previsto nel decreto, le spese ammissibili, la forma e l’intensità delle agevolazioni, le modalità concrete per assicurare il rispetto del principio “non arrecare danno significativo”, i termini e le modalità per la presentazione delle domande, i criteri di valutazione (anche per favorire l’accesso delle aziende agricole di produzione primaria alla misura del presente decreto), le modalità per la concessione ed erogazione degli aiuti, nonché ogni altro elemento applicativo o integrativo derivante dagli esiti delle interlocuzioni con la Commissione europea.
L’intervento ammonterà a:
– 80% di contributo a fondo perduto per le imprese agricole di produzione primaria su tutto il territorio nazionale nei limiti dell’autoconsumo, con la nuova fattispecie dell'”autoconsumo condiviso”.
– fino all’80% di contributo a fondo perduto e possibilità di vendita dell’energia prodotta sul mercato, senza vincolo di autoconsumo, per le imprese di trasformazione di prodotti agricoli;
– 30% di contributo a fondo perduto (con maggiorazioni per piccole e medie imprese e per aree svantaggiate) e possibilità di vendita dell’energia prodotta sul mercato, senza vincolo di autoconsumo, per le imprese agricole di produzione primaria;
– 30% di contributo a fondo perduto (con maggiorazioni per piccole e medie imprese e per aree svantaggiate) e possibilità di vendita dell’energia prodotta sul mercato, senza vincolo di autoconsumo, per le imprese della trasformazione da agricolo in non agricolo.