Specificare che, per le società cooperative, le condizioni di intervento del Patrimonio Destinato in regime di Temporary Framework e i relativi limiti (di cui ai articoli 5 e 7 del decreto ministeriale) siano commisurati alla più ampia nozione di patrimonio netto della società, che “puntualmente connota le cooperative e ne fotografa con precisione la situazione economica al momento dell’intervento”, oltre che prevedere che l’intervento del Patrimonio Destinato a favore delle società cooperative sia effettuato anche mediante la sottoscrizione di strumenti tipici dell’ordinamento cooperativo e di strumenti finanziari partecipativi. Lo ha chiesto all’esecutivo il parere favorevole delle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera approvato ieri sullo schema di decreto attuativo della relativa norma del dl Rilancio (articolo 27). Il testo tornerà ora al Consiglio dei ministri (forse già in quello di oggi) dato che anche la commissione Finanze del Senato ha già provveduto a esaminarlo e a emanare il parere.
Tra le altre considerazioni espresse, quella di prevedere la modifica dell’articolo 7, comma 4, ovvero ridurre i limiti minimi per l’intervento nella forma dei prestiti con obbligo di conversione da 25 a 2,5 milioni e dell’aumento di capitale da 100 a 25 milioni; abbassare la soglia di 250 milioni di euro per gli interventi diretti di ristrutturazione delle imprese (turnaround, prevista dall’articolo 24, comma 3); elevare a 50 mila euro la soglia di regolarità contributiva e fiscale necessaria per accedere agli interventi del Patrimonio Destinato e prevedere che il requisito della regolarità contributiva e fiscale delle impreseoggetto di operazioni di turnaround possa essere rispettato entro un anno dalla data di erogazione dell’intervento.