Pesca, a rischio la sopravvivenza del settore in Veneto. Pescatori a Venezia per chiedere l’intervento delle istituzioni

Mucillagini, granchio blu, acque eccezionalmente calde a causa dei cambiamenti climatici, i vongolari veneti parlano di “tempesta perfetta”. Il risultato sono 300 posti di lavoro a rischio e 120 imbarcazioni ferme.

Da mesi, infatti, il settore è in crisi per via della moria generalizzata di cozze e vongole. Per questo a Venezia, settimana scorsa, numerosi pescatori provenienti da tutto il litorale della regione si sono riuniti alla Fondamenta delle Zattere per manifestare e chiedere l’aiuto delle istituzioni, ormai indispensabile per la sopravvivenza del comparto. A fianco dei manifestanti anche Legacoop Veneto: a presenziare per l’associazione è stato il responsabile del settore agroalimentare e pesca Antonio Gottardo. 

La protesta ha creato l’occasione per incontrare l’ammiraglio Filippo Marini, direttore marittimo del Veneto, il prefetto Darco Pellos, e gli assessori regionali alla pesca e al lavoro Cristiano Corazzari e Valeria Mantovan. Le istituzioni intervenute si sono mostrate comprensive e aperte, con la delibera di fine ottobre della Regione del Veneto che accoglie la richiesta dello stato di calamità, su cui si auspica ora un tempestivo intervento da parte del Governo.

«Stiamo lavorando con l’assessorato al lavoro della Regione del Veneto e con il ministero del Lavoro a Roma per individuare delle forme di sostegno e di cassa integrazione straordinaria – ha dichiarato Antonio Gottardo –, servono  strumenti ordinari e straordinari per sostenere il comparto».

Oltre ad aiuti e indennizzi, dai pescatori arriva anche la richiesta di un vero e proprio piano strategico per fronteggiare le difficoltà innescate dai cambiamenti climatici, che continueranno a mettere alla  prova la pesca regionale e nazionale.

Non bastano le direttive europee, considerate peraltro dagli operatori del settore troppo penalizzanti e inadatte al nostro territorio. «In mancanza di interventi mirati da parte dell’Italia e dell’Europa, il futuro della pesca in Veneto e nel nostro Paese è compromesso – ha sottolineato Gottardo –. Il rischio è quello di penalizzare le produzioni locali che hanno un valore aggiunto in termini di qualità e proprietà organolettiche, in favore di prodotti importati».

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