La pesca italiana lancia un SOS all’Europa per cambiare rotta sulle nuove misure per la pesca a strascico, che rappresenta il 50% del fatturato dell’economia ittica nazionale. Lo ha fatto il 9 maggio, giornata dell’Europa, veicolando sui social con l’hashtag #SOS_EU_Fishing con l’audio delle sirene che i pescherecci hanno fatto risuonare lungo tutte le coste italiane tra sabato 6 e domenica 7 maggio. Un’iniziativa promossa e sostenuta dall’Alleanza delle Cooperative pesca e acquacoltura, che supera i confini nazionali e coinvolge tutti i 7mila pescherecci europei di un comparto che produce il 25% della produzione ittica dell’UE.
“Il nostro obiettivo, spiega l’Alleanza, è far capire alla Commissione europea che le misure al vaglio sono insostenibili sul fronte economico e anche sociale. Questo è solo il primo atto di una battaglia che vogliamo portare avanti e vincere non solo per tutelare il reddito e il lavoro ma per garantire ai consumatori di continuare a mangiare prodotti ittici italiani”.
La cooperazione ricorda che circa il 68% delle aree marine sono già escluse allo strascico. Senza considerare che è in vigore anche il divieto di pesca a strascico oltre i 1000 metri di profondità. A questi 3000 kmq di aree marine protette e zone di tutela biologica, la Commissione vuole aggiungere altri 17000 kmq di siti Natura 2000, una area di interdizione assoluta e destinata ad aumentare nel tempo. “Così di fatto si metterebbe fine alla pesca a strascico, ma solo in Europa, spalancando le porte ad un importazione extra europea meno sostenibile perché non soggetta agli stessi standard di produzione”, sottolinea l’Alleanza. “Un paradosso, conclude la cooperazione, visto che Virginijus Sinkeviciuster è il commissario europeo per l’ambiente, gli oceani e la pesca. A riprova che non si può delegare ad uno stesso commissario le competenze della pesca e dell’ambiente”, conclude la cooperazione.