Parte dall’Italia il fronte europeo tra le associazioni di categoria per evitare l’incremento del costo del gasolio per i pescherecci. L’iniziativa è dell’Alleanza delle Cooperative pesca e acquacoltura (AGCI Agrital, Confcooperative-Fedagripesca, Legacoop Agroalimentare), che ha coinvolto le principali associazioni europee di settore per chiedere all’Europa di escludere la pesca professionale dalla revisione della direttiva sulla tassazione dell’energia, proposta dalla Commissione europea con l’obiettivo di stabilire soglie fiscali minime per le energie decarbonizzate inferiori a quelle previste imposte ai combustibili fossili. Questo di fatto comporterebbe la perdita delle agevolazioni fiscali applicate in tutta Europa al gasolio che alimenta le imbarcazioni da pesca.
“Siamo favorevoli – sottolinea l’Alleanza – a tutte le strategie volte a dare vita ad una energia più pulita. Del resto, la pesca ha raggiunto con largo anticipo l’obiettivo del Green Deal, fissato al 2030. Dal 1990 al 2021, infatti, le emissioni totali di gas serra della flotta peschereccia dell’UE sono diminuite del 52%. Le emissioni generate dalla pesca nell’UE – prosegue la cooperazione – rappresentano lo 0,01% delle emissioni globali. Per questo riteniamo che il settore non debba pagare un ulteriore scotto legato al carburante, i cui costi possono, per i mestieri più energivori, superare il 40% delle spese di gestione delle imprese di pesca. La crisi energetica – conclude l’Alleanza – innescata dall’invasione russa dell’Ucraina ha avuto un impatto profondo sulla pesca e l’implementazione delle tasse sul carburante aggraverebbe ulteriormente le aziende di pesca già alle prese con gli alti prezzi dell’energia e l’inflazione”.