L’incontro si è tenuto a Roma, presenti anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e il sottosegretario Patrizio La Pietra
Roma, 13 marzo 2025 – “La pesca non è un problema, ma una risorsa. I pescatori non sono ostacoli alla sostenibilità, ma alleati nella tutela dei nostri mari. È fondamentale costruire politiche che li coinvolgano e li supportino per garantire un futuro sostenibile alla pesca europea”. È quanto ha sottolineato Filippo Parrino, vicepresidente di Legacoop Agroalimentare, all’incontro “Il settore della pesca in Italia e l’Unione Europea: sfide ed opportunità” che si è tenuto il 13 marzo a Roma alla presenza del Commissario europeo per la pesca e gli oceani Cōstas Kadīs e, tra gli altri, del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, del sottosegretario Patrizio La Pietra, e di Marco Lupo, capo Dipartimento del dicastero. Lo ha fatto sapere Legacoop Agroalimentare in una nota.
Parrino ha chiesto al Commissario “un approccio equo, che non veda i pescatori come i principali responsabili della crisi dei nostri mari. Al contrario, i pescatori sono i veri custodi del mare, le prime sentinelle dell’ecosistema marino, consapevoli che la loro stessa sopravvivenza dipende dalla salute degli oceani”. Garantiscono, ha proseguito il vicepresidente, la sostenibilità ambientale, e sono anche “custodi di tradizioni, di saperi e di una filiera alimentare essenziale per la sicurezza alimentare dell’Europa”.
Parrino ha evidenziato che “il Patto per gli Oceani (il progetto della Commissione Ue per rendere sostenibili gli oceani) è un progetto ambizioso, ma è fondamentale che la sua impostazione sia chiara fin dall’inizio. La pesca e l’acquacoltura non devono essere l’unico bersaglio di questo piano. Serve un vero approccio ecosistemico e una visione olistica della Blue Economy. La sfida sarà tradurre questa visione in pratiche concrete”. Per questo il vicepresidente ha chiesto “quali strumenti intende adottare la Commissione per garantire un equilibrio tra sostenibilità ambientale, economica e sociale”.
Essenziale a suo avviso “mantenere un fondo dedicato alla pesca e all’acquacoltura, non un generico fondo europeo. Servono investimenti per modernizzare la flotta, migliorare la formazione e garantire sicurezza a bordo. Inoltre, chiediamo che la condizionalità per l’accesso ai fondi non venga applicata a livello multisettoriale per Stato membro, ma sia calibrata sulle specificità del settore della pesca”.
“Chiediamo – ha concluso – che i portatori di interesse siano coinvolti in modo più attivo nella ricerca delle migliori soluzioni possibili”.