Vivere in mare l’emozione di un’esperienza simile a quella provata tra le colline della Toscana o le montagne del Trentino. Su una barca da pesca o in una casa dei pescatori come in un agriturismo. La multifunzionalità dell’impresa ittica come pescaturismo e ittiturismo è una declinazione dell’attività marinara che coinvolge sempre più pescatori. Turismo e pesca formano un binomio per offrire esperienze e provare in prima persona le attività legate al mare, come svegliarsi all’alba per andare a ritirare le reti, per conoscerlo sempre più da vicino e apprezzarne tradizione e lavoro. O come condividere cultura e tradizioni gastronomiche nelle case e nelle cucine dei pescatori.
Per far conoscere le possibilità legate alla multifunzionalità della pesca, Legacoop Agroalimentare ha preso parte a Seafood Expo Global, a Barcellona, terminato il 27 aprile, dove ha organizzato una tavola rotonda dal titolo ”Turismo e pesca una multifunzionalità sostenibile” moderata dal giornalista Rai Gianluca Semprini e alla quale hanno preso parte Elena Ghezzi, responsabile pesca e acquacoltura Legacoop Agroalimentare e vice presidente del gruppo Fish del Copa Cogeca, Patrizia Campanile, comandante della motobarca La Lisca di Sanremo (Im), e Michele Boscolo Marchi, presidente del Consorzio per la Gestione e la Tutela della Pesca dei Molluschi Bivalvi (Cogevo) di Chioggia. All’incontro è intervenuto da remoto il ministro del TurismoDaniela Santanchè.
Turismo e pesca per produrre reddito. “Legacoop Agroalimentare è da sempre in prima linea sui temi legati alla multifunzionalità dell’impresa ittica che non vuol dire cambiare mestiere, ma potenziare e valorizzare in chiave di reddito quanto già esiste”, spiega Elena Ghezzi. “Si tratta di far vivere un turismo esperienziale di tipo responsabile coniugato con l’esigenza di riconoscere ruoli e antiche tradizioni della pesca, del sapere del lavoro dei pescatori e dei sapori dei piatti della tradizione marinara”. Per Ghezzi, la multifunzionalità ittica vuol dire “offrire al turista di vivere in maniera armonica il mare e i luoghi a esso legati e tutto ciò che caratterizza le marinerie italiane”. In sostanza è un modo per “valorizzare l’attività di pesca”, continua la responsabile di Legacoop Agroalimentare, “ad avere una fonte di reddito e al tempo fare rete e avere ricadute sociali”.
Il valore della multifunzionalità. Il pescaturismo consiste nell’imbarcare turisti per svolgere attività ed esperienze di pesca, mentre l’ittiturismo è l’ospitalità e la ristorazione nelle case dei pescatori. “Ovviamente”, sottolinea Ghezzi, “per fare tutto questo occorre essere imprenditori ittici, con licenza di pesca. I vantaggi sono di natura socio economica per il mantenimento dell’attività di pescatore che in quest’ottica viene rivalutato”.
A Barcellona è stata presentata Turismo con i pescatori, la prima guida, realizzata in italiano e inglese, sul settore del pescaturismo con quanto già viene proposto in Italia, dal Veneto alla Sardegna. E sono stati raccontati in presa diretta progetti come quello dell’Asinara in Sardegna, o quello di Patrizia Campanile, ligure, pesca-attrice dal momento che per amore ha preferito il mare alla recitazione e sulla sua motobarca offre fritto di pesce appena pescato. Protagonista anche l’esperienza di Michele Boscolo Marchi cavaliere emerito presidente della cooperativa Cogevo.