Piano nazionale ripresa e resilienza, commissione Agricoltura del Senato: sviluppare piano per disintermediazione dei prodotti tipici e tradizionali attraverso l’integrazione in piattaforme

Molto ricco di suggerimenti il parere favorevole della commissione Agricoltura del Senato sulle Linee guida del piano nazionale ripresa e resilienza approvato ieri dal gruppo di lavoro. In particolare, il governo è stato sollecitato a sviluppare un piano per la disintermediazione dei prodotti tipici e tradizionali attraverso l’integrazione in piattaforme; a semplificare, nel quadro della strategia “From farm to fork”, le procedure di vendita diretta dei prodotti agricoli, compresi quelli trasformati, con particolare riferimento alla vendita on line, che potrebbe essere effettuata anche mediante aggregazioni di produttori, e a promuovere la parità di genere in agricoltura e lo sviluppo dell’imprenditoria femminile.

Nell’ambito del Piano che riguarda la digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo, secondo la commissione il governo dovrebbe impegnarsi a:

– accelerare e favorire la diffusione della banda larga nelle aree rurali;

promuovere l’agricoltura di precisione, sviluppando il modello di “Agricoltura 4.0”, in modo da migliorare la resa e la sostenibilità delle coltivazioni, così come la qualità dei prodotti agricoli;

– potenziare il Sistema Informativo Unificato di Servizi del comparto agricolo (SIAN);

– aumentare e rendere più efficiente il sistema di stoccaggio delle materie prime agricole;

– finanziare progetti di innovazione tecnologica nel settore agroalimentare e della pesca per incrementare l’efficienza delle filiere produttive;

– attuare la digitalizzazione delle aziende agricole e rurali, partendo dai dati AGEA anche su base cartografica, rendendo possibile lo snellimento burocratico, lo sportello unico digitale, e favorendo le interazioni tra le imprese e l’accesso ai mercati;

– sviluppare un piano per la disintermediazione dei prodotti tipici e tradizionali attraverso l’integrazione in piattaforme; 

– sostenere la politica europea degli Smart Villages attraverso pacchetti integrati di infrastrutture, formazione, sostegno all’accesso, sviluppo di servizi digitali da incardinare nei piani di sviluppo rurale;

– favorire la realizzazione di alleanze strategiche di filiera tra produttori agricoli, della forestazione e della pesca, industria di trasformazione e operatori di mercato, al fine di consentire una più celere distribuzione dei prodotti sul mercato, sia interno che internazionale.

In merito alla transizione ecologica, il governo dovrebbe:

– adottare misure volte a salvaguardare il potenziale produttivo agricolo anche evitando ulteriore consumo di suolo agricolo e un Piano nazionale per il processo di transizione sostenibile, che preveda interventi strutturali a livello di impresa e di catena del valore, integrato con i piani nazionali per la bioeconomia, con particolare attenzione all’agricoltura biologica, e l’economia circolare;

– predisporre un programma centralizzato per la completa tracciabilità della filiera agroalimentare;

semplificare, nel quadro della strategia “From farm to fork”, le procedure di vendita diretta dei prodotti agricoli, compresi quelli trasformati, con particolare riferimento alla vendita on line, che potrebbe essere effettuata anche mediante aggregazioni di produttori;

– favorire l’adozione di piani zonali per mettere a punto interventi di gestione delle acque, di recupero delle terre abbandonate e di sviluppo dell’agricoltura “fuori suolo”, al fine di incrementare la capacità produttiva del sistema agricolo;

– migliorare l’efficienza energetica dei fabbricati rurali, anche promuovendo investimenti, in particolare per la sostituzione di coperture in amianto con pannelli fotovoltaici;

– innovare e rendere più efficiente la gestione dell’agroecosistema irriguo, attraverso il ripristino della capacità di invaso dei bacini in esercizio, compressa dai sedimenti, la messa in funzione dei bacini non in esercizio e la realizzazione di nuovi invasi, di adeguati sistemi di captazione e misurazione della distribuzione con reti efficienti di primo e secondo livello, nonché attraverso la digitalizzazione dei sistemi di distribuzione dell’acqua;

– migliorare la sostenibilità dei processi produttivi, attraverso lo sviluppo del biometano, il miglioramento e la riconversione degli impianti di digestione anaerobica agricoli di trattamento dei reflui e scarti agricoli derivanti dalle aziende agricole singole o consorziate, anche per la produzione di energia da reimpiegare nello stesso ciclo produttivo delle aziende realizzatrici;

– favorire l’ammodernamento del parco macchine agricolo, dando priorità alla sostituzione delle macchine più obsolete, prendendo in considerazione anche le macchine alimentate a biometano;

– favorire la rigenerazione del sistema agricolo, zootecnico, forestale, florovivaistico e alimentare, attraverso il potenziamento delle imprese e delle filiere;

– disincentivare interventi che comportino consumo di suolo agricolo;

– attuare una gestione forestale sostenibile, attraverso investimenti finalizzati alla manutenzione e riqualificazione del territorio forestale e montano, anche attraverso un coordinamento della filiera bosco legno;

– riqualificare le aree marine e le acque interne dove si esercita la piccola pesca;

– introdurre forme di sostegno economico in favore delle imprese del comparto agricolo e della pesca, che investano in sistemi di produzione ecosostenibili.

Infine, riguardo le infrastrutture per la mobilità, l’esecutivo dovrebbe migliorare quelle logistiche per favorire lo sviluppo del potenziale esportativo delle imprese del settore agricolo e della pesca e la viabilità rurale, con particolare riferimento alle zone montane e interne, necessaria anche alla valorizzazione delle dimensioni locali del territorio. Relativamente all’istruzione, formazione, ricerca e cultura, andrebbero, a parere della commissione, previsti interventi volti a promuovere la realizzazione di agriasilo, nei quali attuare nuovi progetti educativi specificamente studiati per favorire l’interazione dei bambini con l’ambiente naturale; potenziare la ricerca nel settore agricolo e della pesca, con particolare riferimento al miglioramento genetico, sia vegetale che animale, anche  promuovendo l’integrazione tra ricerca pubblica, mondo produttivo e istituzioni e al recupero e al mantenimento delle biodiversità.

Infine, in merito all’equità sociale, di genere e territoriale, dovrebbero essere contemplati specifici interventi diretti:

– a promuovere la parità di genere in agricoltura e lo sviluppo dell’imprenditoria femminile;

– a favorire l’accesso dei giovani agricoltori alle terre, con particolare riguardo alle terre pubbliche ed alla Banca della Terra, evitando concentrazioni finanziarie e di capitale;

– a incentivare l’accesso ai Piani Aziendali e ad altre forme di aggregazione, con particolare riferimento ai consorzi, soprattutto nelle aree depresse;

– a contrastare lo sfruttamento del caporalato e agevolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro agricolo.

Ancora, riguardo il settore salute, occorrerebbe:

– promuovere campagne di educazione alimentare e ambientale per una corretta alimentazione e per contrastare lo spreco alimentare, in particolare negli istituti scolastici, negli ospedali e nelle residenze sanitarie e assistenziali, tutelando la salute delle fasce più deboli della popolazione e favorendo la creazione di distretti produttivi;

– assicurare cibo dignitoso a tutti coloro che ne necessitano attraverso pasti equilibrati e di qualità, superando definitivamente le fasi emergenziali e di tipo puramente assistenziale attraverso l’organizzazione di una filiera nazionale e locale;

– contrastare le fitopatie e le epizoozie, che penalizzano fortemente il settore agricolo, incidendo negativamente sulla qualità e quantità delle produzioni;

– nel contesto della strategia del green deal europeo e del processo di revisione del sistema della sanità animale secondo un approccio one health, a rafforzare, nel rispetto dei sistemi di controllo ufficiali, lo sviluppo di modelli di valutazione e certificazione volontaria nelle varie fasi di produzione, trasformazione e distribuzione degli alimenti, sotto il controllo delle autorità competenti in materia di sicurezza alimentare, a garanzia di qualità, sicurezza e sostenibilità ambientale, valorizzando origine, metodologie produttive e qualità degli stessi, anche in ragione degli effetti positivi per la salute;

– contrastare e ridurre il problema dei danni, anche sanitari, causati dall’eccessiva presenza della fauna selvatica.

Condividi su:
Leggi altri articoli