Piano sviluppo e coesione, il decreto Mite e il paper del Dipe

La Transizione individua l’autorità responsabile e la struttura organizzativa del ministero. Mobilità, energia e ambiente: i numeri della programmazione economica

41 del 20 gennaio 2022 “Piano Operativo Ambiente Fsc” per definire come sarà gestito il Piano di Sviluppo e Coesione (Psc) del ministero, approvato con la delibera di fine aprile 2021 del Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile. Al dicastero per la Transizione ecologica è riconosciuta una dotazione di oltre 3,5 miliardi di euro per il ciclo 2014-2020.

Il “Piano sviluppo e coesione’ (Psc) ha sostituito nel 2019 i molteplici canali fino ad allora esistenti per attingere alle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc) che, insieme ai Fondi strutturali europei, rappresenta uno strumento finanziario attraverso cui sono orientate le politiche per lo sviluppo economico, sociale e territoriale del Paese.

Il decreto Mite in questione abroga e sostituisce il DM 30 aprile 2020, n. 86, che a sua volta abrogava e sostituiva il provvedimento ministeriale n. 338 del 5 dicembre 2018. Il decreto informa che l’autorità responsabile del Psc Mite, titolare del coordinamento e della gestione complessiva del Piano, è il Dipartimento amministrazione generale, pianificazione e patrimonio naturale (Diag). La struttura organizzativa per la gestione e l’attuazione del Psc è invece articolata in: Comitato di sorveglianza; autorità responsabile del Psc; responsabili dei settori di intervento; organismo di certificazione; unità per i controlli.

In un recente paper del Dipartimento per la programmazione economica (Dipe) sono stati diffusi vari dati sull’impiego delle risorse Psc. Per quanto riguarda il Mite, ad esempio, gli interventi al Sud “pesano” per il 60,87% e quelli al centro-nord per il 39,13%. Se invece si osserva l’uso delle risorse per area tematica, la principale è rappresentata da “Trasporti e mobilità” (48%), seguita da “ambiente e risorse naturali” 16,5% (con interventi Mite e Mims), mentre l’energia si attesta a 0,94% (293 mln €) con misure che hanno coinvolto 10 regioni in totale.

Effettuando un ulteriore approfondimento sulle risorse per il settore energia, consultabili sul sito governativo Open Coesione, il 78% dei fondi sono destinati a progetti per infrastrutture, il 16% per incentivi alle imprese, il 3% per acquisto beni e servizi, il 2% per conferimenti capitale e il restante per contributi alle persone. Per il ciclo 2014-2020, i progetti – che vanno dall’efficientamento alla realizzazione di stazioni elettriche – sono stati conclusi per il 6%. Quelli liquidati corrispondono al 2%, mentre sono in corso l’80% e non ne sono stati avviati il 12%. Dalla mappa, elaborata da Open Coesione, è inoltre possibile avere un panorama della distribuzione territoriale degli interventi.

FONTE QUOTIDIANO ENERGIA

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