“Abbiamo fiducia nelle intenzioni del Governo di mantenere nel complesso investimenti e risorse in attuazione del PNRR, senza disperdere le progettualità, e, al contempo, impegnarsi per il raggiungimento di obiettivi effettivamente realizzabili, senza creare problemi di finanza pubblica o di mancato incasso delle rate di rimborso del Piano nei prossimi anni”. Così Maurizio Gardini, presidente dell’Alleanza delle Cooperative, anche a nome dei copresidenti Simone Gamberini e Giovanni Schiavone durante l’incontro con il ministro Fitto sul PNRR ha ribadito la sua posizione sulla proposta di rimodulazione finanziaria che riguarda 9 Misure del PNRR per un totale di 15,9 Mld
“Per Alleanza delle Cooperative – aggiunge Gardini – occorre definire chiaramente quali fondi e per quali importi, con quali autorità competenti e con quali tempistiche, anche nel rispetto della clausola del 40% di risorse al Mezzogiorno, ogni spostamento di risorse e/o riduzione del target di riferimento dovrebbe rispettare questa clausola, definendo maggiormente nel dettaglio tempistiche, amministrazioni competenti, ammontare di risorse assegnate e da quale fondo (con modalità gestionali diverse) Pur comprendendone le ragioni per finanziare il repowerEU”.
L’Alleanza delle Cooperative ha avanzato inoltre proposte sulle singole misure di stretto interesse per le cooperative. Ecco quali nel dettaglio:
”Transizione 4.0”, misura di rilevante interesse per le imprese cooperative che andrebbe potenziata nel tempo. “Sui beni confiscati – nella nota l’Alleanza ha precisato che – i progetti non hanno particolari problematiche tecniche nell’attuazione in ragione di ciò si richiede un supplemento di attenzione, oltre che la possibilità che si possa maggiormente coinvolgere nell’attuazione il terzo settore e il mondo cooperativo, più di quanto fatto e indicato nella prima fase. Perciò, si ritiene importante mantenere comunque la dotazione finanziaria iniziale di 300 milioni sul PNRR per non provocare slittamenti nell’attuazione”.
Sulla “Promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l’autoconsumo” l’Alleanza chiede di non ridurre e depotenziare lo strumento che anzi va rafforzato nell’ottica di assicurare la realizzazione di un modello energetico sostenibile, distribuito, democratico, partecipato, cooperativo. Risulta strategico ampliare le risorse e la platea dei soggetti beneficiari delle misure PNRR dedicate alla costituzione delle comunità energetiche, aumentando la dotazione attuale, superando il limite dei 5000 abitanti anche in linea con quanto indicato nella Comunicazione Repower EU, prevedendo l’applicazione della misura a tutti i comuni delle aree interne.
Per quanto riguarda le misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico si richiede un supplemento di valutazione: le criticità del territorio italiano, i rischi ai quali sono esposti cittadini ed imprese, le fragilità che ci riconsegnano continui stati di emergenza ci impongono di “non rinunciare” a queste risorse aggiuntive e straordinarie. Proprio la recente Alluvione, che ha colpito la regione Emilia Romagna, ci ricorda dell’importanza di questi investimenti.
Del “Piano per asili nido e scuole infanzia” l’Alleanza apprezza il rifinanziamento della misura di 900 milioni, lo spostamento dell’obiettivo intermedio e la pubblicazione del nuovo bando per gli interventi non ancora aggiudicati, tuttavia ricorda l’importanza delle tempistiche e della necessità di cogliere il target della misura, ossia la copertura del 33% degli utenti potenziali, 264 mila (in ottemperanza anche alla clausola del 40%). A quest’ultimo proposito, l’invito è a coinvolgere la cooperazione sociale che è la più grande rete sussidiaria del Paese ed è disponibile a investire in project financing.
In riferimento alla proposta di rimodulazione finanziaria riguardante le 9 Misure del PNRR, si ritiene opportuno rendere evidente le modalità di rifinanziamento con altre fonti e le relative tempistiche. Si evidenzia, in particolare, una preoccupazione per i progetti riguardanti: interventi per la resilienza, valorizzazione del territorio ed efficienza energetica dei Comuni; la proposta di rimodulazione dei finanziamenti agli interventi di competenza dei Comuni, spesso già avviati, genera una forte incertezza sia per i Comuni stessi sia per le imprese incaricate di realizzare le opere (definanziamento 6 Mld €); investimenti in progetti di rigenerazione urbana (definanziamento di 3,3 Mld €); Piani urbani integrati (-2,5 Mld €); Aree interne, potenziamento servizi e infrastrutture sociali; Valorizzazione beni confiscati alle mafie.
Infine la rimodulazione dei target relativi a Ospedali e Case della Comunità ridotte dal Piano (da 400 a 304, -24% i primi; da 1350 a 936, -30%, le seconde), oltre a imporre una riflessione sulla distribuzione territoriale di tale riduzione, in generale incrementa i dubbi sulla reale capillarità di tali presidi e sull’accessibilità da parte degli utenti, soprattutto per i soggetti in condizioni di fragilità sociosanitaria (anziani soli, disabili privi di sostegno familiare, etc.) e i residenti in aree svantaggiate oppure lontane dai principali centri urbani. In questo senso si ribadisce che i numerosi presidi del SSN già esistenti, ai quali si affiancano la medicina generale, la farmacia dei servizi, le strutture ed i servizi offerti dal privato e, in particolare, dal Terzo Settore, costituiscono un patrimonio da valorizzare. Per questa ragione si ritiene necessario allargare l’orizzonte oltre il perimetro del pubblico interconnettendo le case di Comunità con i modelli realizzati dal privato in un’ottica di complementarità e sussidiarietà con il SSN, avvalendosi di forme avanzate di collaborazione pubblico-privata.