Roma, 18 maggio 2021 – Lavoro, istruzione, giustizia, fisco. Gli italiani indicano con chiarezza i temi che ritengono prioritari per le riforme strutturali che l’Europa ci chiede come condizione per erogare le risorse destinate agli investimenti indicati nel Piano di ripresa e resilienza, ma si dividono sulla capacità del governo di realizzarle.
È quanto risulta da un sondaggio condotto nell’ambito dell’Osservatorio Legacoop, ideato e realizzato dall’AreaStudi dell’associazione insieme con il partner di ricerca IPSOS.
Alla domanda se il Governo sarà in grado di attuare le riforme di cui si discute da anni, il 53% degli intervistati ha risposto di sì (47% probabilmente sì, 6% sicuramente sì), mentre il 47% ha risposto di no (il 40% probabilmente no, il 7% sicuramente no). Tra chi nutre più fiducia nelle capacità del Governo i cittadini delle isole (68%), gli over 50 (59%) e il ceto medio (58%); tra i più scettici chi vive nel nord ovest (58%) ed il ceto popolare (57%).
Riguardo alle riforme da realizzare per poter disporre delle risorse europee indispensabili a garantire pieno successo agli investimenti programmati nel PNRR, gli intervistati hanno indicato al primo posto la riforma del lavoro (il 66%, con punte del 74% tra gli under 30 e del 73% tra le donne), seguita, a pari merito, da quelle dell’istruzione (37%, con una punta del 53% tra gli under 30) e della giustizia (37%). Al quarto posto, solo un gradino sotto, la riforma del fisco (36%, con una punta del 43% al Nord Est).
“Il PNRR è un piano di riforme” – afferma Mauro Lusetti, presidente di Legacoop – “e per l’UE le riforme sono la condizione cruciale e ognuna di esse riguarda un nodo irrisolto del paese. Il contenuto va discusso e le scadenze sono veramente ristrette. Il grande dubbio degli italiani è se il governo riuscirà a risolvere questioni ormai storiche. Di certo i partiti, in questa fase impegnati più a distinguersi e a posizionarsi, hanno sostenuto il programma di governo e ora hanno una grande responsabilità a cui non possono sottrarsi. Il “rischio ragionato” è in realtà una scommessa senza alternative: che dobbiamo vincere”.
Il sondaggio ha inoltre dedicato un focus alle riforme del lavoro e del fisco, chiedendo agli intervistati quali ritenessero gli interventi più utili per realizzarle. Per quanto riguarda la riforma del lavoro, il 55% degli intervistati ha indicato l’opportunità di incentivare la nascita di nuove imprese giovanili, il 52% l’integrazione di politiche del lavoro e politiche sociali, garantendo il passaggio da lavoro a lavoro (con punte del 60% tra gli over 50 e del 58% tra gli uomini). Seguono la sottolineatura dell’esigenza di sostenere la partecipazione delle donne al mercato dal lavoro (44%, con punte del 54% tra gli under 30 e del 53% tra le donne) e di incentivare la nascita di cooperative di giovani (con una punta del 39% tra gli under 30).
Per quanto riguarda la riforma del fisco, il 61% indica come intervento più utile il taglio della pressione fiscale sul lavoro (con punte del 70% nella popolazione delle isole e del 67% in quella del Nord Est), seguito dalla lotta all’evasione fiscale (57%, che sale al 63% nel ceto medio). Seguono, a notevole distanza, l’indicazione di introdurre un’imposta sulla prima casa solo per case di pregio e ville (28%, che sale al 34% nel ceto popolare) e uno sconto fiscale per le imprese che reinvestono tutti gli utili nello sviluppo o nel patrimonio dell’impresa (25%, e 31% tra gli under 30).