Non si tratta di un tetto massimo, bensì del punto di partenza: se le regioni meridionali sapranno sfruttare questa opportunità, la quota del 40% potrà solo crescere. Le riforme per migliorare la pubblica amministrazione e accelerare gli investimenti, contenute nel Piano, hanno un impatto rilevante sul Sud e contribuiscono a una migliore efficacia nell’impiego di tutti i fondi, non solo quelli del PNRR assegnati su base competitiva (come il cosiddetto Superbonus edilizio) ma anche gli altri già previsti che arriveranno a partire da quest’anno e – in alcuni casi – fino al 2030.
Un’altra riforma molto attesa, rivolta a garantire alle popolazioni meridionali l’effettivo rispetto dei diritti di cittadinanza, è quella che riguarda la definizione del Livello essenziale delle prestazioni (LEP) per alcuni servizi alla persona, partendo dagli asili nido. Sono previsti inoltre un piano d’azione contro il lavoro sommerso e investimenti per la valorizzazione dei beni confiscati alla mafia, così da potenziare l’edilizia residenziale pubblica, rigenerare le aree urbane, migliorare i servizi socio-culturali e quelli di prossimità.
Nello specifico, ecco gli obiettivi fondamentali contenuti nelle singole missioni che si realizzeranno nel Mezzogiorno.
FONTE AGENZIA PER LA COESIONE TERRITORIALE