“Prossimità, azione e uguaglianza sono le tre parole chiave del nostro intervento con il PNRR. Una sanità di prossimità per essere più vicina alle persone deve mettere radici più profonde nei territori, è la prima scelta che compiamo e per raggiungere questo obiettivo servono insieme riforme e investimenti“. Lo ha affermato ieri in commissione Affari sociali del Senato il ministro della Salute Roberto Speranza, dove è stato ascoltato in merito allo stato di attuazione del PNRR. In questa occasione, il ministro ha annunciato che a breve sarà trasmesso alle Regioni il testo del Dm 71 sulla riforma della sanità territoriale, da emanare entro il 30 giugno: il regolamento con cui sarà colmato un vulnus del Servizio sanitario nazionale, e cioè la mancanza di una “logica di rete”, e in cui saranno finalmente definiti tutti gli aspetti relativi alla struttura di cui è composta la sanità territoriale, i servizi erogati, gli standard minimi, i parametri sul personale, le modalità organizzative, gli obiettivi strategici e la governance. “Contiamo in questi giorni di inviare tutta la documentazione alla Conferenza Stato-Regioni. Siamo nei tempi per centrare questo obiettivo strategico”, ha affermato Speranza.
Le case della comunità. “Sono il cuore della nostra nuova rete territoriale, saranno impegnate su tutti i bisogni di assistenza che non riguardino gli interventi di urgenza, avranno un ruolo strategico nella presa in carico della comunità di riferimento attraverso l’istituzione di un’équipe multiprofessionale, costituita da medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialisti, e tutti gli altri soggetti coinvolti nel progetto di cura. La riforma prevede la realizzazione di una casa di comunità hub ogni 40-50mila abitanti, assistenza medica e infermieristica. Gli studi dei medici di famiglia – ha proseguito – saranno gli spoke delle case della comunità hub”. L’obiettivo è di portare, entro il 2026, l’assistenza domiciliare al 10% per gli over 65 (pochi mesi fa eravamo al 4%, ha chiarito, la media europea è intorno al 6%).
Struttura organizzativa. L’infermiere di famiglia e comunità è la figura di riferimento che assicura l’assistenza infermieristica a diversi livelli di complessità. “È prevista l’attivazione di un infermiere ogni 2-3mila abitanti“, ha chiarito Speranza. Ancora: l’unità di continuità assistenziale afferente al distretto è un’équipe mobile distrettuale che opera con un medico e un infermiere ogni 100mila abitanti; la sede operativa è costituita dalle case di comunità hub; la centrale operativa territoriale (COT) è una struttura che si preoccupa di coordinare la presa in carico della persona e di raccordare tra loro i professionisti coinvolti. È prevista una COT ogni 100mila abitanti, con almeno cinque/sei infermieri e almeno una/due unità di personale di supporto.
Medicina generale. La nostra convinzione, ha chiarito Speranza, è che un suo ruolo rafforzato sia tassello fondamentale della riforma della rete territoriale: l’obiettivo è stabilire una forte connessione tra i medici di medicina generale e le iniziative definite dal distretto e le casa di comunità.
Gestione sul territorio. “Abbiamo deciso di sottoscrivere con ciascuna Regione e Provincia autonoma un Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) che verrà accompagnato da uno specifico piano operativo – ha poi spiegato Speranza -. Attualmente le Regioni stanno procedendo alla compilazione di schede intervento”, in relazione all’individuazione dei siti, ed entro il 28 febbraio andranno caricate sulla piattaforma nazionale (in fase di programmazione) le schede relative ai progetti per 1.350 case di comunità, 400 ospedali di comunità, 600 Centrali operative territoriale (Cot), 3.100 nuove grandi apparecchiature che sostituiscono quelle con più di 5 anni, 280 interventi di digitalizzazione di Dea. I Cis andranno sottoscritti dalle Regioni entro il 31 maggio, e la milestone relativa entro il 30 giugno. Si tratta di circa 6mila interventi, è una sfida ambiziosa ma alla nostra portata”, ha sottolineato.
Sanità nel Meridione. “Grazie ad una collaborazione proficua con il ministro per la Coesione territoriale Mara Carfagna – ha fatto sapere il ministro – si aggiungeranno altre risorse, sempre di matrice europea. L’Italia per la prima volta nella sua storia avrà finanziato dalla Commissione europea un piano operativo nazionale (PON) salute: si tratta di 625 milioni per la sanità del nostro Mezzogiorno” che serviranno a finanziare screening oncologici, salute mentale e consultori. Questi fondi “si vanno ad aggiungere ai fondi per la salute del PNRR”, con l’obiettivo di “contrastare la povertà sanitaria nelle 7 Regioni del Sud che hanno maggiori difficoltà ad erogare le prestazioni di assistenza, soprattutto alle fasce più vulnerabili”.
Stop ai tagli. “Possiamo affermare che la stagione dei tagli alla sanità italiana è finalmente chiusa” ha dichiarato Speranza, spiegando che, al fine di assicurare l’implementazione di standard ulteriori rispetto a quelli previsti dal PNRR per l’assistenza territoriale, è autorizzata una spesa aggiuntiva per il personale di 90,9 milioni per il 2022, 150 milioni per il 2023, 328 milioni per il 2024, 591,5 milioni per il 2025 e 1,15 miliardo dal 2026. “Si tratta di risorse assegnate in deroga ai tetti di spesa sul personale – ha chiarito il ministro – con cui si mettono in sicurezza gli investimenti straordinari del PNRR”.
Sanità digitale. Sulla telemedicina con il PNRR investiamo 1 miliardo, ha ricordato Speranza, e ha sottolineato che la creazione della piattaforma relativa avverrà attraverso la realizzazione di un partenariato pubblico/privato dove il soggetto pubblico sarà Agenas. L’emanazione dell’avviso pubblico avverrà entro il primo trimestre 2022.
Intelligenza artificiale. Per dare nuovo impulso all’utilizzo dell’IA nella cure del paziente, saranno investiti 50 milioni di euro nell’ambito del PNRR: “Saranno sviluppati servizi di supporto al medico per condurre l’anamnesi e giungere alla diagnosi. Il sistema fornirà informazioni e suggerimenti non vincolanti ma preziosi”.
Formazione. “Un investimento significativo del PNRR mira alla valorizzazione delle competenze dei professionisti della sanità”, ha proseguito, “sono stati predisposti tutti gli atti per il finanziamento di ulteriori 900 borse per la medicina generale“. Speranza ha fatto sapere che, nel corso dei prossimi mesi, si attiveranno le procedure per il completamento di altri due cicli formativi, per un totale di 2.700 borse di studio aggiuntive e per un importo complessivo di 101,9 milioni di euro. Per il superamento dell’imbuto formativo, inoltre, sono stati definiti tutti gli atti per il finanziamento di ulteriori 4.200 contratti di formazione medico specialistica aggiuntivi.